Benevento è una città tradizionalista. Non cambia facilmente tradizioni e abitudini. Quando lo fa non lo fa per convinzione e innovazione ma per conformismo e adeguamento. La sinistra di Benevento non è diversa dalla città. Anche se chi sta a sinistra ritiene di essere un passo avanti alla città, in realtà sta un passo indietro ed è perfettamente sintonizzato sul tradizionalismo beneventano. A Benevento, infatti, a sinistra non ci sono innovatori ma solo conservatori, tanto che la figura politica prevalente è il tradizionalista di sinistra.
Pierluigi Bersani ha vinto come da tradizione. Matteo Renzi non è mai stato in partita, a Benevento. Le percentuali del ballottaggio a Benevento per Renzi sono tra le più basse della Campania (alla pari con Napoli). A Benevento il dubbio tra i votanti delle primarie non era tra Bersani e Renzi ma tra Bersani e Vendola. Quello che è stato il carattere saporito delle prime vere primarie del Pd, vale a dire l’alternativa tra una politica tradizionalista e una coraggiosa e innovatrice, non è mai comparso a Benevento dove le primarie hanno riconosciuto un indiscusso primato: la tradizione della sinistra ex comunista. Un primato – facciamo attenzione – che non riguarda solo il partito e i suoi rappresentanti, praticamente tutti schierati con il segretario Bersani, ma anche gli stessi elettori e quelle espressioni della società civile e della cultura che pur avendo posizioni critiche nei confronti del Pd e della sinistra sono più a sinistra del Pd e di fatto si ritrovano fianco a fianco con Vendola e l’antagonismo.
Il sindaco di Firenze è stato visto da subito come un intruso. Le sue idee sul lavoro, sulle pensioni, sulla spesa e sullo stesso centrosinistra sono troppo innovative e liberiste, quindi Renzi è stato subito definito come uno di destra. Il tradizionalista di sinistra è sì un cantore dell’innovazione e del merito e fa sua la critica ai partiti e ai matusalemme, ma tutto però deve avvenire dentro la sinistra in modo tale che non sia messo in discussione mai il filo rosso della tradizione. Renzi non è stato visto come un’occasione ma come un pericolo. Se Renzi avesse vinto, la sinistra sarebbe uscita finalmente dal suo recinto (e dal Novecento), ma questo per il tradizionalista di sinistra è il pericolo per eccellenza. L’ambizione del tradizionalista di sinistra, pur con tutta la retorica sulle diversità e le contaminazioni, non è quello di aprirsi al mondo, bensì l’altro: rinchiudere il mondo nel suo mondo. Per il tradizionalista di sinistra non bisogna rompere mai e poi mai con la tradizione: il massimo dell’innovazione è il passaggio da Vendola a Bersani – prima era da Bertinotti a D’Alema e Veltroni – perché il passaggio è reversibile: da Bersani a Vendola. Il tradizionalista di sinistra ama da morire fare il giro della sua prigione e ripeterla in secula seculorum.
Il tradizionalista di sinistra irride e sfotte il tradizionalista di destra e il tradizionalista cattolico perché li vede come dei retrogradi che credono in cose vecchie e false. In realtà, il tradizionalista di sinistra altro non è che un tradizionalista cattolico cambiato di segno. Il tradizionalista di sinistra forse non crede nel Padreterno e nella Provvidenza ma ha la sua chiesa e il suo destino. Il tradizionalista di sinistra si sente laico ma è più bigotto del cattolico: per quest’ultimo il peccato è uno sfogo, testimonia della debolezza e carnalità dell’essere umano e santa romana chiesa accoglie tutti i peccatori a braccia aperte come una grande madre, mentre il tradizionalista di sinistra è prigioniero della sua secolarità e della condanna alla perfezione (che è poi il peggiore dei peccati: la superbia). Chi esce dalla tradizione di sinistra è molto peggio di un peccatore: è un rinnegato, un traditore che ha osato mettere in dubbio la tradizione all’interno della quale è possibile – e solo in essa – essere.
Il tradizionalista di sinistra è vecchio e giovane, adulto e ragazzo perché la tradizione non dipende dall’anagrafe ma dalla trasmissione che, a sinistra, è sempre indenne dalla sana correzione dei fatti. Come il marxismo di un tempo, il tradizionalista di sinistra è immune dai fatti che sono portatori di errori.
santa verità
il tradizionalista (solitamente di sinistra) si oppone per principio a qualsiasi forma di progresso…pwerchè convinto che le idee (di sinistra) debbano mettere radici …io temo IL TRADIZIONALISTA DI SINISTRA..:)!