(Il Quaderno) – “Ipazia, la sublime”, un progetto editoriale che racconta l’attualità della figura di Ipazia, simbolo insuperato di libertà e di verità, sarà presentato sabato prossimo (1 dicembre) alle 18 presso l’Abbazia di San Salvatore Telesino.
Dopo i saluti dell’assessore alla Cultura del Comune di San Salvatore Telesino, Emilio Bove, la presentazione del libro sarà affidata a Gianluca Aceto, assessore all’Ambiente della Provincia di Benevento e Immacolata Di Sunno, Consigliera di Parità della Provincia di Benevento, che ha contribuito alla realizzazione del volume.
Dialogheranno con Angela Iacobucci, autrice del libro, Aniello Cimitile, Presidente della Provincia di Benevento e Federico Marazzi, Docente di “Archeologia medievale” presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Parteciperanno all’evento gli studenti dell’Istituto Superiore Telesi@ di Telese Terme e del Liceo Classico Luigi Sodo che, in chiusura, riproporranno alcuni brani dal testo con accompagnamento musicale.
Nel corso dell’incontro si ripercorrerà la storia di Ipazia, matematica, astronoma e filosofa, vissuta ad Alessandria d’Egitto nella seconda metà del IV secolo d.C. e barbaramente uccisa da una folla di cristiani in tumulto. Di questa donna, colta e di grande intelligenza, non vi è traccia né negli annaliufficiali della scienza, né in quelli della filosofia. Le notizie sulla sua vita, sulle sue scoperte scientifiche e sui contributi speculativi nella matematica e nell’astronomia, sono scarse e frammentarie. Tuttavia molti hanno scritto di lei con ammirazione, altri invece hanno gettato ombra sulla sua onestà intellettuale, sperando di sminuirne la grandezza e involgarirne l’immagine.
Attraverso questo libro, l’autrice Angela Iacobucci, professoressa di scienze da sempre impegnata nella valorizzazione delle competenze femminili in ambito scientifico (nel 2006 ha pubblicato la rassegna biografica Donna e Scienza e nel 2010 ha partecipato alla IV edizione del Concorso Letterario “Città di Castello”), ha voluto rendere omaggio a questa figura femminile, straordinaria per l’ingegno ed emblematica per aver contribuito (nel IV secolo) a una visione diversa della donna, non più relegata al ruolo di madre e moglie, ma in grado di affermarsi nella società dell’epoca per la ricchezza dei saperi e la capacità di trasmetterli anche alle persone più umili. La sua fine tragica, violenta e dolorosa è descritta da Damascio* che cercò un secolo dopo di fare chiarezza sull’omicidio di Ipazia: «una massa enorme di uomini brutali, veramente malvagi…uccise la filosofa …e mentre ancora respirava appena, le cavarono gli occhi».