(Sanniopress) – A volte ho l’impressione che la Sovrintendenza sia una Sottointendenza. Alla proposta del sindaco Fausto Pepe, che ha raccolto finalmente quanto da tempo si discute in città e su questo blog, di spostare la statua di Traiano nei pressi del “suo” Arco, ha risposto negativamente Vega de Martini, responsabile della Sovrintendenza. Niente da fare: la statua là sta e là rimane. Perché? Perché è lì “da decenni” e ormai “si è storicizzata”. Per quanto si tratti solo di idee informali – il sindaco non ha avanzato una ufficiale proposta, la Vega de Martini ha risposto per suo conto informalmente a Il Sannio – vale la pena discuterle perché non riguardano solo né il sindaco Pepe né la dottoressa de Martini ma Benevento.
Prima di tutto la proposta. La voglio ripetere ancora una volta: la statua lì dov’è sembra che sia in castigo in un angolino “fuori mano”. Sarebbe meglio non vicino all’Arco – perché, appunto, c’è l’Arco – ma a Piazza Roma rivolta verso l’Arco a indicarlo e mostrare la strada che porta il nome dell’imperatore e indica l’Adriatico. Nella sua risposta ufficiosa la dottoressa de Martini accenna a questa proposta che risale al podestà Dionisi ma la scarta dicendo che si trattava di un progetto molto più complesso. In effetti, quel progetto prevedeva una grande piazza chiamata Piazza della Vittoria che avrebbe dovuto celebrare la vittoria della Grande guerra. Da quella Piazza, ormai, solo immaginaria, Traiano avrebbe potuto vedere l’Arco mentre oggi la visuale gli è ostruita dai palazzi. Ma il fatto che Benevento in circa un secolo sia cambiata non sminuisce l’idea di spostare Traiano a Piazza Roma, semmai la rafforza proprio per recuperare il recuperabile, riconsegnare l’imperatore alla strada che porta il suo nome e, insomma, dargli una migliore dignità e darla soprattutto al centro storico.
La dottoressa de Martini invece liquida il tutto dicendo che la statua sta lì da decenni e ormai lì rimane perché è storicizzata. Francamente, è un concetto di storicizzazione un po’ pedestre. Somiglia più al processo di invecchiamento. Se la storicizzazione dipende dal tempo passato, allora, siamo tutti più o meno storicizzati: anche io e – senza offesa – anche la dottoressa. E’ un po’ come la rottamazione renziana. Questo tipo di storicizzazione va bene per il vino ma non per i monumenti o per i documenti della storia che possono avere anni, secoli e millenni ed essere perfettamente astorici. La verità è esattamente inversa: la statua di Traiano si può storicizzare solo se si sposta dalla Rocca dei Rettori a Piazza Roma.
Ma c’è un altro argomento che vale la pena discutere. Perché la Sovrintendenza deve decidere dove collocare o non collocare la statua di Traiano? Compito della Sovrintendenza è verificare e garantire la salvaguardia del patrimonio artistico, ma non è certamente quello di intervenire e censurare legittime scelte urbanistiche del Comune. I simboli di una città – i suoi monumenti, le opere d’arte, le statue – rappresentano la città attraverso le epoche e una municipalità, senza stravolgere la storia, ha tutto il diritto di esprimere delle letture storiche ragionevoli e assumersi delle responsabilità che ritiene maggiormente corrispondenti alle esigenze della città e della sua crescita. Purtroppo, se una critica va fatta al sindaco e alla sua giunta, l’amministrazione non riesce a esprimere una proposta complessiva di ridefinizione e valorizzazione dei simboli storici e monumentali di Benevento e, restando al di sotto della storicizzazione della storia cittadina, sta sprecando una grande occasione. C’è, insomma, una palese sottointendenza generale su Traiano e i suoi fratelli.