(Sanniopress) – Nella contrada Santa Maria Ingrisone del comune di San Nicola Manfredi lo scorso mese di febbario, a seguito delle abbondanti nevicate, si registrò il crollo delle coperture in eternit dell’industria Parrella tabacchi. Il sindaco, Fernando Errico, chiese l’intervento dell’ARPAC e dell’ASLBN1 per monitorare l’area al fine di controllare il fenomeno di emissione e la relativa dispersione di fibre d’amianto nell’ambiente circostante e ordinò al proprietario dell’immobile di effettuare la bonifica entro il termine di 90 giorni, scaduti i quali, concesse una proroga di ulteriori 60 giorni. Sono però trascorsi quasi sette mesi, durante i quali sono cresciute le preoccupazioni dei cittadini, soprattutto dovute al fatto che l’immobile incriminato è posto nel cuore del centro abitato.
I lavori, tanto attesi, di bonifica sono iniziati il 5 settembre con l’allestimento del cantiere, tra dubbi e perplessità che ancora attanagliano le menti dei cittadini, che spiegano: “Non si tratta di creare inutili allarmismi, come sentiamo dire dall’inizio della vicenda, ma di voler tutelare la nostra salute.
Durante un incontro, lunedì scorso, sono stati chiariti diversi dubbi dai tecnici della ditta incaricata dei lavori di bonifica e sono state rese note le procedure con cui verranno eseguiti i lavori, ma restano in sospeso altre questioni che continuano a preoccuparci seriamente. In primis la durata delle operazioni di bonifica che si dovrebbe protrarre per circa 2-3 mesi. Si tratta di un periodo abbastanza lungo e noi cittadini non ci aspettavamo di dover convivere con il pericolo amianto ancora per diversi mesi, senza informazioni certe circa quale atteggiamento adottare durante questo periodo. Sicuramente ci saremmo sentiti più rassicurati dalle affermazioni di un’autorità competente in ambito sanitario, rispetto alle parole pronunciate da un privato e da rappresentanti di un’impresa, entrambi con un interesse diretto nella vicenda in questione”.
I cittadini della contrada Santa Maria Ingrisone ricordano poi che la normativa vigente prevede un monitoraggio ambientale continuo delle fibre aerodisperse, che deve essere eseguito quotidianamente dall’inizio delle operazioni di disturbo dell’amianto fino alle pulizie finali, e individua due soglie di allarme:
1) Preallarme – Si verifica ogni qual volta i risultati dei monitoraggi effettuati all’esterno dell’area di lavoro mostrano una netta tendenza verso un aumento della concentrazione di fibre aerodisperse;
2) Allarme – Si verifica quando la concentrazione di fibre aerodisperse supera il valore di 50 ff/l.
Secondo l’art.5 (punto 11) del D.M. 06/09/94, i risultati devono essere noti, logicamente, in tempo reale o, al massimo, entro le 24 ore successive.
“I tecnici di Ecoinerti, però – spiegano ancora gli abitanti della zona -, hanno affermato che i tempi di analisi dei campioni si aggireranno intorno ai 3-4 giorni. Ciò significa che se dovesse presentarsi un pericolo conseguente una forte aerodispersione di fibre, le misure da adottare non sarebbero immediate, con probabili conseguenze per la salute di noi ignari cittadini. Non sappiamo dove sia la falla per cui non si possa adempiere al punto 11 dell’art.5, ma ci interessa che venga rispettato perché è al di fuori di ogni logica aver atteso così a lungo l’approvazione del Piano di Bonifica per dover poi veder sottovalutato un aspetto così importante. Ci auguriamo che chi di dovere vigili sulla vicenda e auguriamo un buon lavoro a coloro che opereranno nei prossimi mesi. C’è in gioco la salute di centinaia di persone. Noi non molleremo!”