(Sanniopress) – Risulta sempre difficile ricordare le persone con le quali si è lavorato. Soprattutto è difficile nel momento del dolore, quando i ricordi si accavallano uno dietro l’altro e l’emozione prende il posto della ragione. Avverto, però, in me l’obbligo di dire chi era Carlo Luciano. Glielo devo per la sua naturale simpatia e per l’amicizia che mi ha regalato.
L’ho conosciuto e ne ho apprezzato la bravura al Sannio. Carlo – da tutti chiamato Carletto – scriveva di economia e solo chi fa il suo stesso mestiere può capire come sia difficile redigere ogni santo giorno un articolo di economia a Benevento e dintorni. Ma lui ci riusciva regolarmente: ogni giorno aveva la sua buona notizia o il suo buon commento da scrivere. Era doppiamente bravo perché sapeva non solo cosa scrivere ma anche come scrivere. Era rapido. Forse non sempre preciso. I suoi pezzi andavano riletti – come i pezzi di tutti vanno sempre riletti da qualcun altro in redazione, altrimenti la redazione non servirebbe a nulla – perché i refusi erano sempre in agguato. Ma su Carlo Luciano si poteva fare ciecamente affidamento, anche quando non compariva in redazione. Tutti sapevamo che avrebbe fatto prima o poi il suo salto quotidiano in redazione e avrebbe scritto le sue tremila battute. Ma non era questo il vero Carlo. Questo era il Carletto bravo, ma la sua vera natura era un’altra: era buono.
Non so se avete mai frequentato una redazione giornalistica o postacci simili. Non è un posto per bravi ragazzi, bisogna imparare a difendersi, possibilmente prima che gli altri ti sbranino. Non esagero: è un luogo altamente competitivo e come tutti i luoghi di lavoro sviluppa delle dinamiche paranoiche che vanno prese con una certa dose di ironia. Carlo ne era totalmente estraneo. Era una persona buona nel senso che non era cattivo. Non gli ho mai sentito pronunciare un giudizio cattivo o ingiusto su chi che sia. La sua intelligenza e il gusto che aveva della vita lo mettevano al riparo dalle piccinerie. La sua natura era buona e il suo garbo era signorile.
L’esperienza de Il Sannio finì presto. Fu intensa, ma breve. Ci siamo rivisti poche altre volte, ma ogni volta sempre con la simpatia e la vitalità che lo caratterizzavano. Si interessava al mio lavoro e mi diceva di aver letto questo o quell’articolo. Non so se lo dicesse per pura forma di cortesia o per prendermi garbatamente in giro, ma la gentilezza dei suoi modi era tale che non mi è mai importato molto capirlo. Ero contento d’averlo incontrato, così, per caso, come si incontrano le cose migliori della vita che vengono e vanno via lasciandoti una leggera malinconia e il sorriso del ricordo. Ciao Carle’.