(Sanniopress) – Ancora una volta una libera e fondata critica è contrastata con una querela e non con la stessa moneta: la critica. E’ accaduto – ricorderete – con Roberto Saviano che, punto sul vivo dalla nipote di Croce su una questione storica, ha fatto ricorso ai tribunali querelando anche il Corriere del Mezzogiorno con un’incredibile richiesta di risarcimento danni. E’ ora la volta del primo cittadino di Napoli che, anche lui criticato da un suo ex assessore come Riccardo Realfonzo non sulla storia ma sulla politica amministrativa, ha annunciato querela per un milione di euro che – ha aggiunto – “darò ai poveri” (come se fosse Alfonso de Liguori, con la differenza che il santo dava i soldi suoi e il sindaco darebbe i soldi altrui). La questione, dunque, va posta in modo chiaro: si può ancora esercitare il diritto di critica?
Il caso della querela di Luigi De Magistris è ancora più significativo del precedente: il “leader arancione” è sindaco di Napoli e prima della sua “discesa in campo” era pubblico ministero. Diciamo la verità: un ex magistrato inquirente diventato politico e sindaco che per difendersi dalle critiche di un suo ex assessore non ricorre al pensiero e all’azione ma intraprende la via giudiziaria è una vistosa anomalia democratica che contrasta con la sensibilità della cultura costituzionale e perfino con il buongusto. I magistrati, di ogni ordine e grado, che in Italia lasciano la toga e abbracciano la politica sono tanti e non c’è bisogno di fare nomi e cognomi. E’ un fenomeno tipicamente italiano che non è presente in altri paesi se non come rara eccezione. Tuttavia, il magistrato che si fa politico deve dimenticare la sua precedente professione e, soprattutto, non fare ricorso alla via giudiziaria ogni qual volta riceve critiche sulle sue opere o sulle sue omissioni, altrimenti non solo fa confusione tra politica e giustizia ma ingenera l’idea sbagliata che in lui la politica è la prosecuzione dell’attività giudiziaria con gli stessi mezzi. In fondo, la querela annunciata per Realfonzo può essere la querela verso chiunque altro critichi apertamente e duramente il sindaco che – è il caso di far notare – è criticabile, a torto o a ragione, proprio perché è sindaco. Il metodo De Magistris esteso dalle questioni interne della sua giunta alla più ampia vita politica ha l’effetto di troncare la libera discussione che della democrazia è il primo e decisivo fattore. Insomma, è un metodo antidemocratico.
Ma Realfonzo, poi, che cosa ha detto? Che il sindaco è un populista, che non ha mantenuto le promesse della “rivoluzione arancione”, che si è innamorato delle passerelle e ha trascurato i reali problemi amministrativi e di bilancio. Si tratta, come si vede, di critiche non solo legittime ma anche normali già dette e sentite. Solo che oggi le dice l’ex assessore al Bilancio. Il problema politico per il sindaco è proprio questo: la fonte della critica. E’ una confessione di fallimento. Non sarà la querela a dimostrare il contrario.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)
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