di Simone Aversano
(IL FRESCO PROFUMO DI LIBERTA’) – Il botta e risposta che ha tenuto banco nelle scorse settimane tra alcuni esponenti dell’amministrazione comunale di Benevento e personaggi dell’associazionismo o di altri enti del territorio beneventano, sono soltanto la facciata che si vuole mostrare ai cittadini in questo dato momento. In altre parole, la questione reale che dovrebbe essere affrontata è ben altra cosa rispetto ai singoli problemi che può suscitare una festa parrocchiale. Ben venga se qualche cittadino solerte o qualche associazione si impegnano per raccontare certe vicende, facendole emergere pubblicamente e suscitando l’inevitabile risposta degli amministratori: da questo punto di vista il botta e risposta può portare ad una conoscenza approfondita di ciò che può nascondersi dietro una tre-giorni di bancarelle e giostrine. Tuttavia non bisogna mai dimenticare che, superata una certa soglia, questi apparenti problemi occasionali della nostra città sono, in realtà, problemi ben più rilevanti che investono il quotidiano.
Non risale a molto tempo fa la notizia che ci sarebbe stato un maggior rigore nella punizione dei trasgressori del codice della strada nella nostra città. Ebbene, non sembra che le cose siano cambiate. La chiusura delle scuole porta soltanto ad una piccola variazione degli orari di più bassa vivibilità della nostra Benevento, in quanto vengono meno gli orari di punta in cui i genitori si recavano in massa a riprendere i propri figli per riportarli a casa. Ma, appunto, i rimanenti problemi legati alla circolazione del traffico, alla gestione della vivibilità quotidiana, all’accoglienza delle nostre strade e dei nostri spazi pubblici, tendono a rimanere sullo stesso livello di gravità, quando non peggiorano. Se impegno deve esserci per correggere la testarda mentalità beneventana, che porta a costruire giorno dopo giorno una città veramente ai limiti della vivibilità, questo impegno deve partire da subito, deve essere costante e non deve mai fare passi indietro. Si sceglie di usare il mezzo delle contravvenzioni? Che sia, ma senza cambiare rotta alla prima emergenza. Da questo punto di vista, infatti, le feste parrocchiali rappresentanto più un elemento di disturbo che non un’occasione per tenere le cose meglio sotto controllo: infatti in queste manifestazioni sono necessarie variazioni al piano traffico che creano ulteriori zone franche per i cittadini irrispettosi delle regole. In occasione di queste feste, quindi, il pericolo reale è quello di perdere ancora di più il controllo della situazione.
Occorre quindi lasciar perdere le polemiche sterili ed i botta e risposta che, una volta terminati, sfociano nel solito silenzio. Bisogna che la città, con le sue istituzioni e con tutti gli attori del territorio, inizi un nuovo percorso, perchè altrimenti tra poco non si potrà più andare avanti. Le sfide che ci attendono non sono poche e non sono di bassa levatura: si sta cercando di costruire, per nulla a torto, una Benevento che esplode letteralmente di cultura. Ma la cultura diventa semplice sfarzo quando non è accompagnata da un buon senso civico da parte di tutti. Per creare davvero una Benevento nuova, che sappia cogliere le opportunità del futuro prossimo e candidarsi ad essere una delle più belle città d’Italia, la sola cosa da fare è iniziare a cambiare la mentalità comune. Il contributo di ciascuno è fondamentale per crescere come comunità e ottenere le prime vittorie dal punto di vista dell’educazione civica. I risultati possibili sono due esatti opposti: il riscatto di una città che da troppo tempo non sa valorizzarsi, oppure l’essere tagliati fuori, rendendo il nostro territorio ancora più fertile per i ghiotti appetiti dell’illegalità di professione.