(Sanniopress) – Salvatore Biazzo siede su due poltrone: è direttore di Ottopagine ed è consigliere di amministrazione della Fondazione Città Spettacolo. Una delle due – la seconda, evidentemente – è di troppo. Il giornalista, nella recente riunione della commissione consiliare Cultura allargata al consiglio d’amministrazione della Fondazione, ha dato la sua disponibilità a dimettersi facendo riferimento alla novità editoriale degli ultimi tempi: infatti, quando fu scelto come consigliere non era direttore di Ottopagine a Benevento e ora che è direttore di Ottopagine a Benevento non può più far parte del consiglio d’amministrazione della Fondazione. Le due cose, sia per ragioni di buon gusto, sia per motivi professionali, non possono stare insieme. L’Italia è il paese dei doppi e tripli incarichi e nessuno – soprattutto i politici – si dimette mai da niente. Dunque, la disponibilità di Salvatore Biazzo a lasciare il Cda di Città Spettacolo è da apprezzare. Ancor più da apprezzare saranno, se verranno, le consequenziali dimissioni. Ma in cosa consiste propriamente la incompatibilità?
Non c’è nessuna legge che vieta al giornalista di sedere contemporaneamente su due persone e di essere allo stesso tempo direttore e consigliere. Tutt’altro. Proprio in forza del suo lavoro giornalistico Biazzo è stato nominato nel Cda della Fondazione per fornire il suo contributo di conoscenza ed esperienza. La professione di Biazzo è perfettamente compatibile con il ruolo di consigliere. La incompatibilità nasce non dalla professione ma dal luogo in cui il giornalista la esercita: essendo direttore di un quotidiano beneventano, Biazzo è di fatto controllore e controllato. L’incompatibilità è tutta qua: Biazzo non può controllare se stesso. Non è dunque, come pur ho letto, un problema di privilegio che metterebbe il direttore di Ottopagine in una condizione più favorevole rispetto agli altri giornalisti per avere notizie e informazioni, ma un problema istituzionale in cui chi amministra scelte e soldi è lo stesso soggetto che le dovrebbe discutere e controllare. E’ uno squisito problema di credibilità, sia per la Fondazione sia per Ottopagine. Il giornale, peraltro, è appena sbarcato a Benevento e la credibilità per un “nuovo” giornale è tutto o quasi.
Stando così le cose, la strada è segnata: le dimissioni sono inevitabili. Salvatore Biazzo lasci pure senza rimpianti la seconda poltrona per svolgere senza condizionamenti e in piena libertà il suo lavoro giornalistico. Lo esige – si aggiunga – anche la stessa fase di ridefinizione della natura e delle funzioni della Fondazione di Città Spettacolo che, purtroppo, ancora non ha deciso cosa vuole fare da grande. Il direttore di Ottopagine, invece, cosa fare da grande lo ha deciso da tempo, da quel tempo felice un po’ per tutti noi quando faceva parte della simpatica banda di scarpa sciolta di Novantesimo minuto capitanata da quel signore del giornalismo sportivo che fu Paolo Valenti.