(Sanniopress) – Domani ricorre il ventesimo anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Anche a Benevento ci saranno delle iniziative per ricordare il tragico evento: l’associazione Libera, l’associazione nazionale magistrati e l’ordine degli avvocati organizzeranno un momento di riflessione civile presso il tribunale alle ore 16 a cui seguirà l’intitolazione a Falcone e Borsellino dell’aula della Corte d’Assise; Cgil, Cisl e Uil ricorderanno quei tragici eventi con una marcia-fiaccolata che partirà alle 18,15 dal Viale Mellusi per confluire in Piazza Castello; alle ore 19, infine, da Piazza Orsini partirà il corteo spontaneo nato su Facebook (http://www.facebook.com/events/176464365813502/) per iniziativa di alcuni giovani, che si caratterizzerà per l’assenza di bandiere o simboli di partiti e sindacati e che confluirà in piazza Federico Torre, dove si celebrerà un momento di riflessione collettiva affidata alla libera espressione dei cittadini.
In questi giorni è uscito il libro “Le ultime parole di Falcone e Borsellino” (Chiarelettere) curato da Antonella Mascali. Nella prefazione, il giudice Roberto Scarpinato scrive: “Più trascorrono gli anni e più cresce la mia sensazione di disagio nel partecipare il 23 maggio e il 19 luglio alle pubbliche cerimonie commemorative delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. La retorica di Stato ha i suoi rigidi protocolli ed esige che il discorso pubblico venga epurato da ogni sconveniente riferimento alle travagliate vicende che segnarono le vite di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, preparandone lentamente la morte… Fine della cerimonia e saluti delle autorità, tra le quali purtroppo siedono, talora in prima fila, anche personaggi dai dubbi trascorsi, ai quali si è costretti a stringere la mano per dovere di ruolo”.
Ecco: è a questa retorica che voglio sfuggire partecipando al corteo spontaneo promosso attraverso Facebook perché, come ho scritto nei giorni scorsi (https://www.sanniopress.it/?p=24372), preferisco l’Italia lontana dai riti ufficiali, l’Italia che si raccorda sulla Rete e poi scende in strada spontaneamente. L’Italia dei giovani e non quella dei sepolcri imbiancati della politica.