(Sanniopress) – I ragazzi del Liceo Manzoni di Caserta domani, per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a venti anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, canteranno la loro Radiocamorra nell’aula bunker di Palermo: all’Ucciardone. Pensieri e parole della canzone saranno dedicate a Melissa, la ragazzina di 16 anni uccisa a Brindisi davanti alla sua scuola, intitolata a Falcone e sua moglie Francesca Morvillo, da chi non si sa perché voleva provocare una strage di innocenti. Il sorriso di Melissa è oggi per gli studenti e le studentesse, per i docenti e le professoresse d’Italia, un dolore comune che chiede di essere lenito e una violenza che va punita. I liceali di via De Gasperi si ritroveranno insieme con il presidente della Repubblica a rendere omaggio ai due giudici amici perché durante l’anno di studio hanno lavorato ad un percorso sulla legalità e i doveri dell’uomo e del cittadino il cui prodotto finale è stato proprio il Cd Radiocamorra. Il ministro Profumo ha ascoltato e a sua volta cantato il brano dei liceali e l’ha voluto nella cerimonia di commemorazione a Palermo. Una presenza importante e significativa perché Falcone e Borsellino avevano grande attenzione per la scuola.
L’ultima lettera di Paolo Borsellino è indirizzata ad una professoressa. Il magistrato la scrisse alle cinque del mattino, dodici ore prima della morte, alla preside di un liceo di Padova per spiegare la sua assenza a un incontro con gli studenti. In questa lettera – si può leggere nel libro Le ultime parole di Falcone e Borsellino, ora uscito per Chiarelettere – Borsellino si dichiara ottimista perché verso la criminalità mafiosa “vedo che i giovani, siciliani e no, hanno una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarant’anni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta”. Radiocamorra, che oggi è una canzone per Melissa, dà ragione a Borsellino: racconta la storia di un’emittente radiofonica che, in mano alla camorra, è usata per fare paura, tappare le orecchie e chiudere la bocca ma cadrà in mano ai ragazzi della scuola che, consapevoli del valore della cultura che “rende liberi”, ne faranno strumento di miglioramento e civiltà.
Falcone e Borsellino parlavano nelle scuole della cultura della legalità. Nei giovani la conoscenza della funzione della legge e il suo rispetto sono determinanti per avvicinarli alle istituzioni e renderli partecipi della vita libera e responsabile. Invece, quando tra cittadini e Stato c’è estraneità nasce e cresce l’illegalità e si agevola il sopruso. Storicamente questo è avvenuto – ripeteva Borsellino in una sua “lezione” – soprattutto al Sud e così “l’impulso istintivo di osservare le leggi non è stato mai sentito pesantemente e in Campania, Calabria e Sicilia c’è stata una disaffezione alla legge che in vario modo ha provocato il sorgere nella storia del fenomeno di grosse organizzazioni criminali”. La canzone per Melissa esprime questa consapevolezza con la musica di quella gioventù che le hanno negato.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno del 22 maggio 2012)