(Sanniopress) – Stamani sulla mia pagina Facebook ho scritto: “Speriamo di essere in tanti mercoledì per testimoniare che c’è un’altra Italia, lontana dai riti ufficiali, dalle bandiere di partito e dei sindacati. Un’Italia che si raccorda sulla Rete e poi scende in strada spontaneamente”.
Si è poi sviluppata una discussione su quanti sfruttano ogni occasione di visibilità mediatica e l’amico Amerigo Ciervo ha scritto: “Senza partiti e senza sindacati ci siamo già stati in Italia. Lottiamo per cambiarli, i partiti e i sindacati, non per abolirli”.
Ho, quindi, replicato che “il problema non è la partecipazione di sindacati e partiti, che nessuno vuole impedire, ma piuttosto la necessità di lasciar emergere la voglia di partecipazione di chi non si riconosce in certi riti o schemi. C’è un’Italia diversa, che lentamente inizia a prendere consapevolezza che bisogna cambiare. E lo vuol fare distinguendosi da chi ci ha condotto (per calcolo o incapacità) a questo stato di cose”.
Amerigo, a sua volta, ha replicato: “Ho anni sufficienti per ricordare che la tua frase l’ho sentita molte volte ripetuta – da altri, ovviamente e tutti in buonissima fede – nel 1992 e nel 1993”.
Sì, è vero. Anch’io ero tra quelli che all’epoca di Mani Pulite s’illudeva che questo Paese potesse cambiare. E, invece, mi ritrovo a dover osservare che alla Dc si sono sostituiti, per usare una frase tanto cara al comico Beppe Grillo, il Pdl e il Pd meno l, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Le nostre rispettive generazioni, insomma, hanno fallito. Il futuro (e con esso la speranza in un domani migliore) è ora nelle mani dei giovani. Lasciamo che siano loro a costruirselo, anche sbagliando.
Al di là dell’individuazione degli autori del vile attentato di Brindisi, resta il dato che per fare una strage è stata scelta una scuola e che questa scuola è intitolata al giudice Francesca Laura Morvillo Falcone (morta nella strage di Capaci assieme al marito).
Sono elementi che, forse, si scoprirà sono marginali o casuali. Ma ciò non deve impedire che siano i giovani a scendere spontaneamente in strada mercoledì prossimo, senza vessilli o bandiere, per difendere la scuola e la legalità. Principio, quello della legalità, che va ben oltre la lotta alle mafie e comprende anche la lotta alla corruzione e al malaffare, al cui dilagare in questi anni – ricordiamolo – hanno contribuito tanti personaggi che hanno utilizzato quei simboli e quelle bandiere.
Questo non vuol dire cedere alla tentazione del qualunquismo perché l’impegno civile può manifestarsi anche al di fuori dei partiti e delle sigle sindacali.
Io, ad esempio, mi sforzo di farlo ogni giorno attraverso questo blog, gli eventi che organizzo nelle scuole e il sostegno che non faccio mai mancare ai giovani che decidono di impegnarsi nel sociale, così come lo fai ottimamente anche tu, sforzandoti di tenere una “fiammella” sempre accesa tra i tuoi alunni. E i risultati si vedono perché tra i giovani che, attraverso la Rete, hanno deciso di promuovere l’evento di mercoledì 23 maggio vi sono molti tuoi ex alunni.
Il nostro compito finisci qui. Il futuro, invece, lasciamolo nelle loro mani.