(Sanniopress) – La dottoressa Tarantino, liquidatore del Consorzio BN2, il 27 aprile scorso ha inviato ai propri dipendenti la comunicazione di licenziamento “non avendo allo stato il Consorzio servizi da espletare”.
E’ questo il risultato più eclatante della vertenza dei 124 dipendenti che per legge i tre Consorzi obbligatori Rifiuti della provincia di Benevento, avrebbero dovuto utilizzare per la raccolta differenziata e che invece sono senza stipendio da luglio 2010, mentre tutti gli altri loro colleghi delle altre province campane, circa 2000, allo stato attuale lavorano ancora alle dipendenze dei Consorzi o sono transitati nelle società provinciali.
I tre liquidatori nominati dal Presidente della Provincia, uno per ogni Consorzio, due anni orsono siglarono un accordo con i sindacati per estromettere i 124 lavoratori dall’attività di raccolta Differenziata, attribuendo loro la Cassa Integrazione Guadagni.
Allora i sindacalisti confederali che prima erano contrari alla CIG, si prodigarono, insieme a politici ed amministratori vari, per spiegare che gli ammortizzatori sociali sarebbero stati garantiti in attesa della assunzione presso l’ASIA di Benevento o presso la SAMTE, la società provinciale per il trattamento dei rifiuti. In realtà quella operazione serviva solo per coprire la scandalosa gestione dei Consorzi che per anni, come sentenziato anche dalla Corte dei conti, non hanno utilizzato i lavoratori assunti per fare svolgere il servizio a società private, in genere carrozzoni politici che nessuna istituzione locale ha voluto controllare.
Solo tre lavoratori ebbero il coraggio, tra gli insulti generali, di fare ricorso contro la CIG perché pretendevano di essere utilizzati per la raccolta differenziata dei rifiuti, cioè il lavoro per il quale erano stati assunti.
Il Tribunale del lavoro di Benevento accoglieva il ricorso dei tre dipendenti e riconosceva la illegittimità del provvedimento di concessione della Cassa Integrazione, che la Regione Campania repentinamente ritirava, ordinando ai Consorzi la ripresa dell’attività lavorativa ed il pagamento delle retribuzioni non corrisposte.
Dopo il primo giudizio anche tutti gli altri dipendenti, sconfessando gli accordi sottoscritti per loro dai sindacati CGIL,CISL ed UIL, ottenevano uguali ordinanze di reintegro dell’attività lavorativa.
Successivamente anche il TAR Campania e il Consiglio di Stato, riconoscevano l’illegittimità del provvedimento di concessione della C.I.G. perché i lavoratori hanno il diritto di conservare il posto di lavoro, ma i Liquidatori dei Consorzi hanno finora ignorato i provvedimenti emessi dai Tribunali.
Neppure l’ASIA ha voluto utilizzare i lavoratori dei consorzi, sprecando soldi della TARSU per impiegare gli interinali, mentre la SAMTE, la società provinciale che avrebbe dovuto gestire il ciclo integrato dei rifiuti e nella quale avrebbero dovuto confluire i lavoratori dei Consorzi, non è stata posta in grado di funzionare e la gara per l’affidamento del servizio per tutta la provincia di Benevento è stata interrotta senza alcuna motivazione.
I soggetti politici e sindacali che hanno determinato questo disastro, dovrebbero ora assumersene la responsabilità.