(Sanniopress) – L’idea di Raffaele Del Vecchio di spostare il Bue Apis da San Lorenzo al Corso Garibaldi l’ho sempre valutata giusta e sostenuta. Purtroppo, il vicesindaco non ha fatto altrettanto. Invece, di impuntarsi, quasi come un asinello, e di montare in sella al Bue, ha girato i tacchi e non ha parlato più del Grande Trasloco. Se non ne parla lui, vorrà dire che ne parlerò (ancora una volta) io. Avevo promesso un pezzo ad hoc sul tema ed eccolo qua.
Raffaele Del Vecchio ha in mano le sorti della sua amministrazione e della città molto di più di quanto non immagini la sua ambizione. Non ci sono molti soldi – anche se, in verità, la cifra per la storia delle luci su Benevento mi sembra un po’ fuori misura – e in tempi di magra la cosiddetta cultura può essere una risorsa in più. Soprattutto se si investe nelle idee, nella storia cittadina, nelle istituzioni, nelle associazioni e, insomma, si mette a frutto quanto già esiste in loco. L’amministrazione Pepe fin dal suo primo mandato ha commesso un errore che ora sta pagando: invece di lavorare sulla “continuità” si fece prendere dalla smania della “discontinuità” ma a furia di provare a smarcarsi è finita in fuorigioco. Un errore invece che non è stato commesso né da Viespoli né da D’Alessandro i quali pur sentendosi distinti rispetto al mondo democristiano che ereditavano non ne sono stati distanti e, anzi, hanno costruito un rapporto con i cattolici e, soprattutto, hanno continuato a lavorare su Benevento città della cultura. Il lavoro compiuto da Viespoli e D’Alessandro – ma io direi da Pietrantonio, Viespoli e D’Alessandro – è confluito nell’amministrazione Pepe che l’ha ereditato ma non l’ha messo a frutto. Come vedete, non lo dico con tono polemico ma pur lo dico perché è un fatto che la città non sia cresciuta in questi anni nei “settori” nei quali è cresciuta negli anni precedenti: università, spettacolo, aree pedonalizzate.
Il grave errore commesso da Fausto Pepe, e con lui da Raffaele Del Vecchio, è quello di aver lasciato la strada vecchia senza imboccare una strada nuova. Ma, che questo avvenisse, una volta deciso di distanziarsi dal lavoro comunale precedente, era inevitabile. La strada nuova poteva essere solo la continuazione della strada vecchia, vale a dire il consolidamento dell’università sannita, l’ampliamento di Città Spettacolo e dell’impresa teatrale, la cura del centro storico con più aree pedonali a favore del commercio e della vivibilità, invece quasi con fare snobistico la si è accantonata facendola diventare una sorta di binario morto o vicolo cieco.
Cosa c’entra qui il Bue Apis? Vi faccio una domanda: è più facile spostare il Bue percorrendo la prima o la seconda strada? Per compiere il Grande Trasloco – nel quale, come sapete, rientrano altri illustri inquilini beneventani: Traiano e Orsini – occorre avere una certa idea di Benevento e una volta spiegata e condivisa farne una bandiera per rivendicare scelte e decisioni legittime di chi governa. Purtroppo, come ho già notato altre volte – e chiedo scusa per le ripetizioni ma sono inevitabili, prendetele come ulteriori schiarimenti – oggi alla rappresentanza manca la rappresentazione e si è caduti in forme estemporanee di progetto e cultura che da un lato producono illusioni e dall’altro ci riportano ad una fase novecentesca della storia cittadina.
Come se ne esce? Con grande difficoltà. Per un motivo semplice: perché tra la storia di ieri e la storia di oggi c’è di mezzo un muro. Il confronto politico tra chi amministra e chi ha amministrato è all’insegna delle incomprensioni e le stesse forze politiche sono stanche negli uomini e nelle formazioni e non si alzano al livello del cammino che la città ha compiuto negli ultimi due decenni. Qui, esattamente qui, è il compito che Raffaele Del Vecchio ha davanti e potrebbe svolgere. Provi a salire in sella al Bue e vedrà meglio la storia di Benevento e dintorni, di ieri e di oggi. Coraggio, Apis, almeno lui, né morde, né scalcia.