(Sanniopress)- Dopo la precisazione diramata questo pomeriggio dal Comune di Benevento a proposito del sistema di videosorveglianza dell’Arco di Traiano a stretto giro è arrivata la controreplica del presidente dell’associazione Altrabenevento, Gabriele Corona. Ecco di seguito il testo del comunicato:
“L’amministrazione comunale di Benevento, con un comunicato di poche ore fa, ha precisato che l’Ente ha firmato un “protocollo d’intesa” con la società KES che ha installato le telecamere e il sofisticato sistema operativo che avrebbe dovuto permettere di individuare comportamenti minacciosi ed atti vandalici a danno dell’Arco di Traiano, ma l’allarme alle forze dell’ordine non è stato attivato perché è appena finito il periodo di sperimentazione durato due anni.
Ad Altrabenevento risulta, invece, che il Protocollo di Intesa firmato il 15 marzo 2010, all’art. 3 prevede “KES coordinerà gli acquisti delle apparecchiature da installare …… gestirà gratuitamente per la durata di anni due, il monitoraggio delle informazioni ricevute provvedendo ad inviarle agli enti istituzionalmente preposti e attivando, in caso di minaccia al bene, le procedure di allarme previste dal sistema”. Il successivo art. 5 precisa “L’avvio delle attività di progetto avverrà immediatamente dopo la firma del presente protocollo, previa predisposizione da parte dell’amministrazione comunale degli impianti elettrici di alimentazione delle apparecchiature sul sito.” E’ chiaro, quindi, che il sistema di allarme doveva essere attivato già durante questi due anni di sperimentazione e non dopo, come sostiene il Comune.
Nel comunicato si legge pure che “tra i comportamenti minacciosi registrati vi è anche un episodio registrato il giorno 9 aprile alle ore 10,01 quando un individuo ha tentato di colpire due volte l’Arco di Traiano con un oggetto estratto da una busta”. Come abbiamo già comunicato, sono stato io, la mattina di pasquetta, a simulare l’atto vandalico, ma per la precisione ho estratto un martello (e non un oggetto qualunque, magari inoffensivo) dalla tasca interna del giaccone (e non da una busta) e ho fatto finta di colpire il monumento veramente per quasi dieci volte (e non per due volte). Si allega video. Non sono scattati allarmi tranne la protesta civile e coraggiosa di un anziano signore presente in zona.
Il costo del progetto è esattamente di € 972.300,00 e il Ministero della Università ha contribuito con € 516.456,90 (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 208 del 5/9/2008).
Dal comunicato del Comune risulta che € 17.500 li ha pagati l’Ente ed altri € 450.000 (quattrocentocinquantamila) sono a carico della società KES. Questa è una notizia straordinaria! C’è una società privata che finanzia con propri fondi (quasi mezzo milione di euro) un progetto per la difesa dell’Arco di Traiano e il Comune lo dice come se fosse notizia di tutti i giorni. Ma noi li vogliamo conoscere questi soci e l’assessore alla Cultura deve organizzare una grande festa in onore di questi mecenati!”.
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Ben conosciamo il coraggio e la capacità comunicativa del presidente dell’associazione Altrabenevento, Gabriele Corona, di cui non a caso ospitiamo numerosissimi interventi. In questo caso, però, ci permettiamo di fare alcune osservazioni:
- leggendo la sua dichiarazione si ha l’impressione che il progetto riguardi esclusivamente l’Arco di Traiano mentre, come si evince anche dalla precisazione diramata del Comune, il progetto di ricerca finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca nasce ben prima dell’adesione dell’ente e, soprattutto, ha finalità molto più ampie rispetto alla messa in sicurezza di uno dei maggiori monumenti della città;
- aldilà delle eventuali responsabilità del Comune relativamente all’attuazione del protocollo d’intesa, c’è un dato che a nostro avviso merita maggiore attenzione, e cioè il fatto che all’interno della facoltà di Ingegneria dell’Università del Sannio sono nati un progetto e una spin off che hanno destato l’attenzione del ministero dell’Università e della Ricerca e di un’azienda israeliana (paese che, com’è noto, punta moltissimo sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica in materia di sicurezza);
- inoltre, la società spin off Kes – è bene ricordarlo – nel progetto ha investito 450.000,00 euro;
- il tutto in un contesto storico in cui si operano drammatici tagli dei fondi destinati alla ricerca e si assiste alla fuga di cervelli all’estero. Non è, quindi, poca cosa e tanto meno si può trascurare questo aspetto solo per mere ragioni di legittima polemica politica, alimentata forse anche da banali gelosie accademiche. (b.n)