(Sanniopress) – Insieme all’arco di Traiano ed alla chiesa di Santa Sofia, la Rocca dei Rettori pontifici è sicuramente il monumento più fotografato della nostra città.
Sede degli uffici dell’amministrazione Provinciale, la Rocca si erge nella parte più alta del centro storico. Venne costruita nel 1321 sull’area di un antico fortilizio longobardo. In effetti l’edificio risulta composto da due parti: il Torrione angolare, detto Castrum novum in quanto ristrutturato nel’400, alto 28 metri su pianta poligonale, fornito di bifore e torrette; l’altra parte, più estesa, è il Palazzo dei Governatori Pontifici (o rettori).
Una stampa d’epoca ci mostra scene del popolo beneventano ai piedi dell’antica Porta Somma, proprio nelle immediate vicinanze della Rocca. Quella porta fu fatta demolire dal podestà Matteo Renato Donisi, nel cuore della notte ed in compagnia di alcuni fascisti, in quanto ostacolava il traffico. Porta Somma era una delle otto porte che originariamente cingevano la città.
Più volte rimaneggiata nei secoli, la Rocca dei Rettori si presenta come un grosso edificio a tre piani a pianta rettangolare con cortile interno. Al piano terra si trovano le segrete.
Una parte – il castello vero e proprio – è adibita a sezione storica del Museo del Sannio
Fu il professor Mario Rotili a portarvela nel 1960. Essa comprende anche documenti del periodo risorgimentale, esposti in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia e della provincia stessa, la prima ad ergersi tale sul territorio nazionale.
Il possente mastio è costruito sul modello delle fortezze di Carcassone e di Avignone.
Davanti alla Rocca campeggia il busto bronzeo dell’Imperatore Traiano. Davanti alla rampa di accesso si trova invece il monumento al Leone che fu eretto nel 1640 in onore di papa Urbano VIII.
Dalle torri di guardia e dal terrazzo si gode la veduta della”Bella Dormiente del Sannio”.
Protagonista di vari avvenimenti storici, la Rocca Ha visto prigioniero Muzio Attendolo Sforza e, nel 1443 Alfonso D’Aragona, Re di Napoli che vi tenne il Gran Parlamento del Regno.
Il 3 settembre 1860il notaio Salvatore Rampone, nella sua qualità di “commissario di Garibaldi”, si affacciò da uno dei balconi della Rocca per dichiarare decaduto il governo pontificio, che in città durava da circa otto secoli. La folla applaudì tra inaudite manifestazioni di gioia. Tra quella folla si trovava anche Maria Pacifico, giovanissima moglie del Rampone, e figura simbolo del risorgimento beneventano al femminile.