(Sanniopress) – Lo studio, avviato e condotto senza alcun pregiudizio, è arrivato a queste conclusioni: Non è stato trovato niente, niente che assomiglia a una ragione, a una argomentazione razionale. Accorgersi, prima sorpresi e poi sconcertati, dell’’incapacità di giornalisti e politici di organizzare un pensiero sul tema della tav in Val di Susa che abbia un significato, una logica, un senso.
Accorgersi di come giornalisti e politici siano, tuttavia, a favore dell’opera, risolutamente, ostinatamente, inspiegabilmente. Iniziare cercando le ragioni del si tav in Val di Susa e terminare riflettendo, sconfortati, su che cosa
possa essere accaduto ai nostri maggiori quotidiani. Giungere a pensare che, forse, il declino italiano nasce da qui, da questa incapacità del giornalismo italiano di fornire un resoconto attendibile, pertinente e fondato degli effetti delle politiche pubbliche. Un giornalismo che ci impedisce di pensare collettivamente. (Antonio Calafati richiamato da Ivan Cicconi ne “Il libro dell’alta velocità”)
E’ probabilmente proprio il giornalismo uno dei maggiori ostacoli alla piena comprensione delle ragioni del movimento no tav, in maniera cosciente (numerosi giornalisti hanno ammesso di non aver potuto scrivere ciò che realmente hanno vissuto in Val di Susa), o meno cosciente, attraverso cronache scritte a distanza, quasi per sentito dire, totalmente distanti dalla realtà di quei luoghi. E’ solo andando lì, infatti, che si può capire a fondo ciò che i valsusini stanno subendo e ciò a cui essi stessi stanno dando vita: un movimento assai eterogeneo, diversificato (famiglie, cittadini giovani ma anche e soprattutto meno giovani sempre presenti ad assemblee, manifestazioni, blocchi stradali) e ben unito nella rivendicazione di beni comuni e principi di civiltà e democrazia.
“L’autostrada bloccata, i treni in ritardo, gli scontri cercati con la polizia, i presidi in altre città come Milano, Firenze, Roma, Palermo ad opera di comitati studenteschi e centri sociali nel tentativo di bloccare i lavori del cantiere per il corridoio ferroviario per l’alta velocità è semplicemente un atto di inciviltà e antidemocrazia.” (Giancristiano Desiderio da “Sanniopress” del 29 Febbraio 2012)
Incivile ed antidemocratico è questo progetto, assolutamente inutile (per la capacità delle strutture esistenti, per la riduzione del traffico merci e passeggeri nel tratto previsto, per la falsità della strategicità del luogo in cui costruire, del risparmio energetico e dell’aumento di occupazione) voluto con tanta insistenza solo per accontentare la solita cricca di speculatori e di “prenditori” (spesso collusi con la criminalità organizzata), indipendentemente, o meglio contrariamente, alla volontà della gente che quella valle la vive tutti i giorni.
Incivile ed antidemocratico è il modo in cui questo progetto è stato presentato ed imposto ai valsusini e all’Italia intera, senza alcun confronto reale in grado di coinvolgere i diretti interessati.
Incivile ed antidemocratico è il modo in cui sta avendo esecuzione questo progetto, in totale violazione o frode della legge, usufruendo di forze dell’ordine che con i fatti sono i primi a trasgredire ciò che essi stessi dovrebbero rappresentare, ovvero la sicurezza ed il rispetto dei cittadini. Ci si stupisce tanto delle offese verbali e delle azioni violente di alcuni no tav ma non si fa altrettanto per i lanci di lacrimogeni ad altezza uomo, le manganellate sproporzionate, le irruzioni poco pacifiche in luoghi privati di polizia e carabinieri (e in ciò un ruolo fondamentale lo giocano i media).
Incivile ed antidemocratica è la devastazione di un territorio già da tempo scelto come terra di cantieri e grandi opere, ignorando o sottovalutando pericolosi rischi ambientali (in primis quelli geologici ed idrogeologici). In particolare già la realizzazione dell’autostrada eseguita tra gli anni ’80 e ’90 portò via alla valle parte della sua acqua. Questa stessa acqua, molto probabilmente (e sono numerosi ricercatori e docenti universitari a sostenerlo), questa volta verrebbe persa quasi del tutto con il tav .Ma la devastazione non è solo di tipo territoriale ed ambientale, coinvolgendo, infatti, anche importanti reperti storici della Valsusa (a quelli archeologici ci ha già pensato la realizzazione della suddetta autostrada).
Incivile ed antidemocratica è la messa in pericolo della salute degli abitanti del posto (data la presenza di amianto, uranio e radon nelle montagne da perforare) i quali saranno dunque costretti ad abbandonare le proprie terre e a trasferirsi altrove.
In realtà è grande l’insegnamento di civiltà e democrazia proveniente da questa gente che dà ospitalità alle posizioni più divergenti, al dì là di qualsiasi discriminazione; che, contrariamente a quanto siamo abituati, non si rifà ad un leader ma solo a cittadini attivi che “sacrificano il loro quotidiano per avere un quotidiano migliore”; che coltiva da anni il senso della comunità prendendo decisioni ed agendo collettivamente nell’interesse non solo proprio ma dell’Italia intera: quei venti miliardi di euro (purtroppo destinati ad aumentare nel tempo) non potrebbero piuttosto essere destinati alla sanità? All’istruzione? Alla ricerca universitaria? Alla messa in sicurezza dei territori contro le catastrofi ambientali (lei cui conseguenze potrebbero essere, se non evitate, decisamente ridotte)? Alla tutela delle fasce sociali più deboli? Purtroppo la storia è sempre la stessa, ma stavolta qualcuno ha deciso di non accettare passivamente disposizioni dall’alto, di pensare, di agire in difesa di quella sovranità popolare di cui, ormai da tempo, ogni cittadino si sente assolutamente sprovvisto.
Carol Ruggiero, Nicola Savoia, Luca Zolli e Roberta Zollo
Ogni commento è superfluo : è questa la VERITA’, non quella che ci viene propinata dalla televisione di Stato, da una certa stampa, dai media “pilotati” da interessi speculativi. Complimenti a Carol & Co.