La gravissima e vile aggressione perpetrata questa mattina ai danni del collega Peppino Vaccariello e del cameramen Carmine Limata segue di poche ore l’efferata esecuzione di stampo camorristico di via Bonazzi ed, assieme ad essa, rappresenta la punta dell’iceberg di una vera e propria emergenza- criminalità che da tempo ormai investe la nostra città e provincia.
La troupe di Rete Sei era lì semplicemente per riprendere le immagini del luogo dove è avvenuto il delitto, non per riprendere il cadavere o intervistare familiari e conoscenti della vittima. Un’aggressione, quindi, ingiustificabile e incomprensibile sotto tutti i punti di vista. E, tra l’altro, preceduta dalle pesantissime minacce che già ieri erano state rivolte ai giornalisti recatisi in via Bonazzi per esercitare il diritto-dovere di cronaca.
Purtroppo in questi anni, nell’indifferenza delle istituzioni e di chi dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini, sono emerse nuove aggregazioni malavitose (vedi le relazioni della Direzione Investigativa Antimafia) e sono stati effettuati consistenti investimenti economici da parte di aziende proveniente da aree a forte presenza camorristica. E si è, inoltre, progressivamente diffusa una cultura dell’omertà che non ci era mai appartenuta. L’aspetto più grave del linciaggio avvenuto questa mattina al rione Libertà è rappresentato, infatti, dalla totale indifferenza ed inerzia delle persone che vi hanno assistito.
Un aspetto che, oltre alle istituzioni e alle forze dell’ordine, dovrebbe far riflettere anche chi opera nel mondo dell’informazione perché l’omissione o il silenzio contribuiscono al consolidamento di questa cultura. Per questo motivo, nell’esprimere profonda e sentita solidarietà a Peppino Vaccariello e Carmine Limata, rivolgo anche un accorato appello ai colleghi giornalisti affinchè tengano alto il livello di attenzione rispetto all’emergenza-criminalità in atto.
Billy Nuzzolillo – Presidente dell’associazione Sanniopress Onlus
Parole che colgono nel segno, un appello doveroso nei confronti di chi ha il dovere e la responsabilità di tenere in mano le redini della coscienza comune della nostra popolazione, ossia l’informazione locale.
Bisogna raccontare, perchè è evidente che non lo si è fatto abbastanza. Altrimenti episodi come questo non sarebbero accaduti all’improvviso, ma in modo tale da permettere una prevenzione ed un intervento.
Meglio tardi che mai. Meglio sfruttare quest’altra occasione per unire le forze e agire davvero, noi cittadini sanniti abituati alla serenità che ci siamo illusi di avere.