(Sanniopress) – Il giornalista del quotidiano L’Informazione di San marino, David Oddone, è stato denunciato per presunta violazione del segreto istruttorio da 16 dipendenti del Credito Sanmarinese, banca pesantemente coinvolta in una inchiesta giudiziaria della magistratura italiana e del Titano per il riciclaggio di un milione e trecentomila euro depositati dal boss della ‘ndrangheta Vincenzo Barbieri.
In relazione a questa vicenda, il direttore della banca del tempo, Vendemini, e il presidente, Lucio Amati, sono stati arrestati. Avrebbero agito con troppa leggerezza. Commentando la vicenda, il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso affermò che “sarebbe stato sufficiente fare una ricerca su internet per scoprire che Vincenzo Barbieri era un narcotrafficante”.
Oddone ha raccontato passo passo sul suo giornale gli sviluppi della clamorosa inchiesta e ha fatto i nomi delle persone coinvolte nelle indagini. Con ciò, secondo i querelanti, avrebbe violato la riservatezza e la segretezza dell’indagine in corso.
Il giornalista ha definito la querela “priva di qualsiasi fondamento”, “una intimidazione bella e buona” e ha reagito ripubblicando domenica 19 febbraio sul suo giornale la cronaca dell’inchiesta giudiziaria aggiungendo il seguente commento:
“Insomma in sintesi si parla di narcotraffico e ‘ndrangheta. Per questo lascia più che perplessi l’iniziativa dei dipendenti del Credito Sammarinese che sono arrivati addirittura a presentare un esposto – peraltro privo di qualsiasi fondamento – contro il sottoscritto per violazione del segreto istruttorio. La colpa del giornalista è quella di avere scoperchiato il vaso di Pandora, di avere informato la gente, di avere scritto che cosa avveniva in quella banca. Che cosa avevano e che cosa hanno da nascondere Berti Sabrina, Montebelli Roberta, Lezzi Lucia, Rossi Alessandro, Rossini Virginia, Santolini Lucy Barbara, Cervone Paolo, Coletta Elena, Casali Elia, Marani Katiuscia, Bertozzi Marco, Petri Gianluca, Biordi Gianluca, Jommi Carlotta, Terni Massimo, Beccari Deborah? Sono questi i nomi dei firmatari dell’esposto. Resta da capire quale interesse hanno queste persone per avere proposto una azione liberticida. Sono stati “mossi” da qualcuno o è stata una loro idea? A nostro avviso questa è una intimidazione bella e buona. Con questa mentalità il Paese non cambierà mai. Invece di essere grati ad un giornalista che prova a fare pulizia, lo si vuole perseguire. Questa è connivenza. Stiano comunque tranquilli i dipendenti del Credito Sammarinese. La loro iniziativa vedrà da parte nostra una pronta reazione. Non solo è già stato dato mandato ai legali della redazione di proporre presso la procura di Rimini tutte le azioni necessarie. Ma questo modo di fare avrà pieno risalto negli organismi europei e mondiali che si occupano dei diritti umani. L’ennesimo tentativo di bavaglio e di censura nei nostri confronti e nei confronti della stampa libera avrà inoltre piena pubblicità in tutte le sedi”.
Negli ultimi due anni David Oddone ha subito intimidazioni e minacce in relazione alle inchieste giornalistiche sulle infiltrazioni della mafia a San Marino e sul ruolo di alcuni istituti finanziari nelle attività di riciclaggio della criminalità organizzata, vicende che ha documentato con correttezza, scrupolo e competenza e che ha ricostruito in un quadro organico nel libro Mafie a San Marino.
Ossigeno esprime solidarietà a David Oddone e ai suoi colleghi dell’ Informazione ed auspica che la magistratura valuti la denuncia dei dipendenti del Credito Sanmarinese mettendo nella giusta luce il ruolo insopprimibile che spetta alla libera stampa nella società democratica: quello di informare tempestivamente e senza omissioni i cittadini su tutti i fatti che rivestono interesse generale per la comunità. E’ un ruolo delicato, a volte scomodo, di alto valore sociale che perciò nei paesi democratici è protetto e tutelato da interferenze e ingerenze.
* consigliere della FNSI, direttore di Ossigeno
Vai avanti per la tua strada, carissimo David Ottone, il non essere omologato e senza avere lacci e lacciuoli, è il prezzo che ogni giornalista paga. Lei ha solo fatto il suo dovere di cronista. I querelanti, ammessi che si possono definire tali, sono parte integrante del sistema che la loro banca ha adottato nei riguardi di un narcotrafficante.