(Sanniopress) – La questione Colasannio, da noi sollevata, l’altro giorno è addirittura approdata sul tavolo del commissario regionale del Pdl, Francesco Nitto Palma, venuto a Benevento per tentare di dirimere l’infinita querelle interna dei berluscones sanniti.
A porre il problema, stando alla cronaca riportata dalla Gazzetta di Pietronigro, è stata l’europarlamentare Erminia Mazzoni (nota vittima della sindrome dell’amnesia), che riferendosi al Colasannio ha detto: “”Dobbiamo evitare che il giornalino di partito spari su noi stessi. Se mi si vuole ignorare va bene, ma se fa uscire sui giornali le comiche di partito non mi pare bello”.
Il povero Nitto Palma, che sicuramente era preparato ad affrontare il problema delle tessere fantasma che ha investito le altre province campane, si è invece ritrovato al cospetto di un’altra categoria di fantasmi: quelli creati dal giornale del consigliere regionale che, tra un’accoglienza e l’altra degli assessori campani in visita nel Sannio, si diletta anche a fare il direttore-editore e a coltivare l’altro suo grande sogno, la nascita della regione Molisannio.
Pronta, però, è arrivata la replica di Colasanto (che, ricordiamolo, non si sospese dalla carica di direttore nemmeno quando si candidò): “Ai miei giornalisti non ho mai corretto una virgola! La stupenda realtà de Il Sannio che aveva 8 giornalisti e ora ne ha 38 ci viene invidiata da tutti. I politici qui sanno che siamo a loro disposizione facendo uno splendido giornale locale”.
Non sappiamo quale sia stata la reazione del commissario nominato da Alfano, che prima di entrare in politica ha lavorato a lungo alla Procura della Repubblica di Roma, alle prese con casi scottanti: l’arresto del mafioso italoamericano Frank Coppola, i Nar, le Brigate Rosse, il processo Moro Ter e, soprattutto, l’inchiesta sui fondi sovietici al Pci, nell’ambito della quale si sarà senz’altro imbattuto nella Pravda, l’organo di stampa del partito comunista dell’ex Unione Sovietica. E, quindi, una certa esperienza in materia di stampa libera l’avrà certamente maturata.
Possiamo, invece, facilmente immaginare quale sia stata la reazione rispetto alle parole del lider maximo di Baselice dei tanti “oscurati” presenti alla riunione, dalla new entry Roberto Capezzone all’intermittente Mino Izzo: profondo sconcerto.
Ma, al di là delle reazioni dei presenti, un dato emerge in maniera inequivocabile: d’ora innanzi il commissario regionale del Pdl non potrà dire di ignorare l’esistenza di una questione Colasannio a Benevento. Anzi, se vorrà rimettere insieme i cocci del suo partito, dovrà affrontarla in via preliminare perché molte delle attuali contrapposizioni sono anche conseguenza dell’utilizzo correntizio dell’house organ da parte di colui che staccò definitivamente la spina alla Voce di Indro Montanelli.
Ma il problema, in realtà, va ben oltre il Pdl e riguarda tutti perché, ricordiamolo, il Colasannio lo paghiamo noi ogni giorno, pur non acquistandolo in edicola, grazie ai fondi elargiti dallo Stato, che nel solo 2010 ammontano a ben 1.726.598,29 euro.
Ognuno può scegliere di comprarsi il giocattolo che più gli aggrada ma che eviti almeno di farlo con i soldi pubblici. Anche perché nel Paese il vento è cambiato ed occorre maggiore rigore nella spesa, come ben sa anche l’ex ministro della Giustizia.