di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Elogio di Mario Torrente.Voi mi chiederete: chi è Mario Torrente. Era, perché purtroppo è morto qualche anno fa, un postino di Sant’Agata dei Goti. Anzi, il postino. Con la sua bicicletta – e sottolineo sua – serviva tutto il paese, da capo a piedi. Metteva la posta nella grande borsa di cuoio che appendeva ora alla spalla e ora al manubrio e girava nella prima mattinata tutte le case della cittadina. Nessuna esclusa. Cortese e puntuale, recapitava la posta con precisione, e sottolineo – poi capirete perché – precisione. Le lettere, le cartoline, raccomandate, pacchi e pacchetti vari: tutto arrivava con cortesia e puntualità. Da quando Mario Torrente recapita la posta nell’Altro Mondo, qui, nel più Basso Mondo non si capisce più niente.
La posta mia se arriva e quando arriva, arriva al mio vicino di casa o addirittura di quartiere. La posta del mio vicino arriva ad un altro vicino e quella di quest’altro vicino arriva direttamente al vicino ormai lontano di un altro comune. Il postino è stato sostituito da una squadra di postini o di pony-express che non si muovono con la bicicletta bensì con il motorino, lo scooter, l’automobile che le Poste Italiane hanno in dotazione. Tutto più veloce e, di conseguenza, tutto più lento. Tutto più moderno e, di conseguenza, tutto più antico. La raccomandata non vi arriva proprio più. Se il grande Torrente bussava e non rispondeva nessuno, si riafacciava poco dopo e vi consegnava la raccomandata. Lui era gentile e soprattutto conosceva le abitudini dei residenti. Oggi se non siete in casa per cinque minuti – e naturalmente sono i cinque minuti in cui passa la velocissima postina con lo scooter – vi tocca andare a ritirare la missiva direttamente all’ufficio postale. Il pony-express, infatti, vi lascia sotto la porta un avviso di consegna. Il più delle volte, l’avviso di consegna ve lo lascia anche se siete a casa. Così vi tocca armarvi di santa pazienza e andare il giorno dopo all’ufficio. Se tutto va bene potrete ritirare la posta nel giro di un paio di ore. Il più delle volte l’ufficio è chiuso: manca la corrente, i computer non funzionano, malattie varie di cui si ammala solo il personale delle poste. Se è chiuso l’ufficio postale centrale di piazza Umberto I – nota anche come ‘mezz monte Vergine – vi potete allungare o agli uffici di Faggiano o di Bagnoli. Ma fate attenzione, perché Bagnoli è a Sud e Faggiano è a Nord. Ora, prima di incamminarvi vi conviene informarvi bene su quale dei due uffici è chiuso: perché uno dei due sicuramente sarà chiuso. Se siete particolarmente fortunati vi può anche capitare che siano chiusi entrambi. A quel punto non vi resta altro da fare che andare o ad Airola o a Montesarchio.
I superpostini del 2012 hanno espresso il desiderio di avere il navigatore per consegnare lettere e cartoline. Sant’Agata dei Goti è grandicella, ma sempre un paese è. Non dico che sia Benevento, ma non è né Milano né Roma, né Napoli. I postini, però, sono pesci fuor d’acqua. Non si raccapezzano, si perdono anche nel centro storico che è formato da una strada centrale – via Roma – e due “fuori mura” che scorrono paralleli alla destra e alla sinistra di via Roma mentre una serie di strade minori e di vicoli, con piazze e slarghi, congiungono le tre vie di facile percorribilità. Per orientarsi nel centro storico di Sant’Agata dei Goti non ci vuole il navigatore ma una mezza giornata in escursione. Il più delle volte, però, i postini moderni non fanno in tempo ad ambientarsi che vanno via: più che consegnare la posta, loro stessi sono diventati dei pacchi postali. Una posta che (non) funziona in questo modo è un vero e proprio “pacco” per i santagatesi che per avere certezze su arrivi e consegne sempre più spesso si affidano ad altre agenzie e vettori.
Quando c’era Lui – Mario Torrente – la posta era un orologio svizzero. Il postino santagatese conosceva ogni strada, ogni stradina, ogni vicoletto. L’ufficio postale era una garanzia di efficienza, sempre aperto, una stazione di arrivo e partenza che serviva non solo Sant’Agata dei Goti ma anche i paesi limitrofi, compresi Montesarchio ed Airola. Oggi purtroppo l’ufficio postale somiglia all’ufficio degli oggetti smarriti. Tutti lavorano, si danno da fare tra bolli, francobolli e superbolli ma spesso la buona volontà è sopraffatta dal cattivo sistema. Sono cambiati i tempi e, come spesso accade, non sempre ciò che viene dopo è migliore di ciò che c’era prima. Mario Torrente con la sua bicicletta faceva funzionare tutto. Oggi, pur volendo, non si saprebbe a chi affidare il servizio perché la stessa figura del porta-lettere si è estinta. Sarà un problema anche consegnare al buon Mario questa mia letterina. Certamente non la imbucherò all’ufficio di Sant’Agata dei Goti che avrà bisogno del navigatore anche per sapere dove si trova il Paradiso.