(Sanniopress) – L’iniziativa dei sindaci della Valle Telesina, che hanno chiesto un incontro urgente al prefetto per affrontare il problema del preoccupante dilagare della microcriminalità, merita qualche riflessione.
Innanzitutto, si tratta di un evidente campanello d’allarme che spazza via definitivamente il luogo comune del Sannio isola felice della Campania, che pure in tanti si sono ostinati a sostenere a dispetto dei segnali inquietanti emersi negli ultimi anni.
Mai finora si era registrata un’iniziativa così clamorosa da parte di rappresentanti istituzionali e i sindaci, ricordiamolo, sono la massima espressione del territorio di appartenenza. Come pure è strano il modo in cui in queste ore i media hanno riportato la notizia: date uno sguardo a portali e giornali e vi renderete conto dello scarso interesse generalmente suscitato dal grido d’allarme dei primi cittadini della Valle Telesina che nella lettera inviata al prefetto Mazza denunciano con fermezza la “crescente preoccupazione dei propri concittadini ed un forte senso del timore per la sicurezza delle proprie abitazioni e dei propri cari”.
A tutto ciò va, poi, aggiunto che proprio a Telese e dintorni si è assistito negli ultimi anni ad ingenti investimenti nel settore edilizio a fronte di un evidente calo della domanda oltre che ad un anomalo e vorticoso ricambio nella conduzione di attività commerciali, che pure dovrebbe far riflettere.
L’ultima relazione della Dia segnala, infine, che nella Valle Telesina “è emersa la presenza predominante, rispetto agli storici sodalizi ivi operanti, del cartello dei casalesi. Anche in queste zone, infatti, viene rilevata la massiccia partecipazione a subappalti di ditte edili provenienti dall’hinterland casertano, quasi tutti riconducibili a personaggi affiliati al cartello di Casal di Pincipe. I risultati delle ultime investigazioni vanno valutati come un’attualizzazione degli interessi coltivati dai casalesi in zona, ove, nel corso di vecchie indagini, ne era già stata riscontrata la specifica operatività”.
Certamente non siamo nelle condizioni delle vicine province di Caserta e Napoli ma la situazione desta preoccupazione e, soprattutto, richiede una serietà di fondo nell’essere affrontata da parte di tutti, a partire da istituzioni e giornalisti.