(Sanniopress) – Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato, con parole, opere e omissioni, però, mi riconosco anche uno sforzo, quello di non scrivere stronzate. Se accadesse – converrete – non sarebbe una cosa così grave, perché scrivo un bel po’ e potrebbe anche capitare una tantum di prendere un granchio o pestare la cacca. Però, se fai questo mestiere un minimo di ordine di idee che va più o meno d’amore e d’accordo con un minimo di ordine di cose lo devi pur avere per evitare di scrivere stronzate. Una, in verità, negli ultimi tempi non l’ho scritta ma l’ho letta. Quella che vuole Fausto Pepe, in quanto sindaco, a capo di un partito o di un’amministrazione clericale che agirebbe negli interessi della Chiesa e della curia beneventana vietando matrimoni in Comune di sabato e domenica. Che l’amministrazione Pepe sia formata da cattolici non c’è dubbio alcuno, ma anche tutte le precedenti amministrazioni comunali erano formate da cattolici. Che a Palazzo Mosti ci sia un disservizio nell’amministrazione ordinaria delle cose non c’è dubbio, ma anche tutte le precedenti amministrazioni comunali avevano i loro peccati burocratici perché nessuno riuscirà mai a far funzionare la macchina dei servizi amministrativi come un preciso orologio svizzero a cucù. Ma da qui a pensare che il disservizio non si spieghi con una banale ragione logica bensì con una discriminante ragione teologica è appunto, come dice addirittura un importante filosofo americano in un libretto diventato un bestseller che piacerebbe a Donato Zoppo,una bullshit ossia una stronzata.
Per carità, che nessuno prenda cappello – soprattutto il mio – che nessuno si arrabbi e si offenda perché sarebbero fuori luogo sia l’arrabbiatura sia l’offesa. Prima di tutto leggerezza, che di cose e ore pesanti già ne abbiamo troppe. La parola stronzata qui è usata in senso tecnico. Vedete un po’ se vi ritrovate con quanto dice il mio amico americano: “Uno dei tratti salienti della nostra cultura è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo”. Vero? E dai che è vero, su. E i maggiori produttori di stronzate si sa sono proprio i giornalisti che gareggiano alla grande con i politici.
Ora, signore e signori, mettetevi nei panni del sindaco. E’ notorio: è un grande incassatore, un vero muro di gomma. Tutto gli rimbalza. Pure le cazzate di Del Vecchio e di Abbate. Ma mettetevi per un attimo nei suoi panni: ogni santo giorno vi dovete sorbire la morale da Tizio, da Caio e ora ci si è messo pure questo rompicoglioni di Desiderio che non le manda a dire ma si potrebbe anche fare un po’ i fatti suoi, o no? Ecco, nei panni del sindaco anche voi la pensereste esattamente così e anche io al posto suo mi manderei a quel paese spesso e volentieri. Questi invece un po’ stanno zitti perché non sanno che dire e un po’ stanno zitti perché è meglio così; sta di fatto che prendono e portano a casa anche quando avrebbero tutte le ragioni di questo mondo per rispondere alle stronzate degli altri come se non bastassero quelle che mettono in circolazione loro. Nel caso del divieto di matrimoni in Comune il sabato e la domenica per favorire chissà come la Chiesa, il sindaco potrebbe rispondere che senza soldi non solo non si dicono Messe ma non si riescono a fare matrimoni civili il sabato e la domenica perché l’impiegato di turno che garantiva il servizio non garantisce più nulla se non è pagato. Tutto qua. Il sabato e la domenica non sono forse chiusi i Comuni? Ma il sindaco non risponde, preferisce la gomma, tace. Così per un po’ prende piede la stronzata, cioè la versione sbagliata dei fatti e delle idee, nella quale sono caduti anche due valenti giovani come Emi Martignetti e Domenico Barone e il signor Barone ha scomodato anche Leonardo Sciascia, oltre che rispettabili puttane.
Risolta la stronzata-cosa del Comune chiuso per clericalismo, risolviamo ora la stronzata-idea dell’anticlericalismo come forma di laicità.
Il clericalismo da una parte e l’anticlericalismo dall’altra sono espressioni di una lontana, molto lontana politica italiana che riguarda il secolo scorso: non il Novecento, ma l’Ottocento. Già agli inizi del Novecento il vecchio tipo clericale che vedeva nel cattolicesimo una forza organizzata per il sostegno di diritti regi, della tradizione ecclesiastico-civile, dei privilegi e dello scambio tra spirituale e temporale era in via di estinzione. E, in verità, l’estinzione del clericalismo non è opera dei laici quanto dei religiosi e dei cattolici stessi, oltre che naturalmente dei tempi, perché furono proprio i cattolici, penso ad esempio a Luigi Sturzo, che capirono che per loro era di fondamentale importanza appropriarsi o innalzarsi al problema nazionale creando anche un partito politico che non fosse un’emanazione del clero. Ma se il clericalismo è del tutto scomparso, l’anticlericalismo ogni tanto fa ancora capolino ed è quasi il sintomo di una laicità insicura che per sentirsi viva deve dichiarare la morte altrui.
A Benevento, poi, che per secoli e secoli ha vissuto sotto il governo dei preti, l’anticlericalismo ha un suo fascino giacobino ma senza avere quel gusto del ghibellin fuggiasco che almeno gli darebbe più sapore politico e maggior senso storico. E tutto questo per un matrimonio che, alla maniera di don Rodrigo, non s’ha da fare? Ah, stronzate sublimi. Ma se fosse vero che al sindaco piace il papa-re, state pur certi che viste le vanaglorie dei nostri tempi non aspirerebbe che a celebrare matrimoni recitando la parte del sindaco-vescovo, anche se dovesse fare le nozze con i classici fichi secchi.
A me sembra che di stronzate “Signor Desiderio” lei ne abbia scritte già troppe! I suoi monologhi interiori lasciano oramai allibiti gran parte dei lettori dell’ottimo prodotto editoriale Sanniopress! Aspetto il prossimo editoriale in cui, sono sicuro, ci racconterà dettagliatamente la forma, la lunghezza e la consistenza della cacca che ha pestato o pesterà! buona giornata
Lei è semplicemente sgradevole. E comunque pubblico questa nota che la qualifica. (g.d.)