di Billy Nuzzolillo
(Sanniopress) – La scorsa estate la provincia di Benevento fu tappezzata da un manifesto dalla grafica molto dimessa in cui il sindaco di Montesarchio, Antonio Izzo (arrestato in precedenza per associazione camorristica e reati elettorali) riportava il passaggio del dispositivo del Tribunale del Riesame di Napoli che sanciva l’insussistenza degli indizi rispetto al reato associativo.
“Tanto per il rispetto della verità e della corretta informazione” concludeva laconicamente il manifesto, che nell’intestazione riportava ben evidente la dicitura: “Antonio Izzo. Sindaco di Montesarchio”. Sì, perchè l’ultimo giorno utile prima che divenissero irrevocabili Izzo aveva ritirato le dimissioni dalla carica di primo cittadino che aveva presentato tramite i suoi legali quand’era in carcere.
Insomma, abbandonati i propositi di ritiro “Mister Okite” (appellativo mutuato dal materiale a base di quarzo, resine e pigmenti che la sua azienda, la Seieffe, ha brevettato ed esporta a livello mondiale) mise in atto una strategia complessiva per recuperare, sia pure parzialmente, la precedente immagine di imprenditore e politico lanciato verso l’Olimpo nazionale della politica.
Come il materiale che ne ha sancito la fortuna economica, l’ex numero uno della Confindustria sannita sembrò caratterizzato dall’elevata “durezza e resistenza alla flessione”.
Peccato che, secondo il pubblico ministero Nicoletta Giammarino, negli stessi giorni “Mister Okite” pare si dedicasse anche al confezionamento di denunce anonime fatte recapitare attraverso raccomandate e normali plichi postali a banche, istituzioni e ministeri per “bloccare” il gruppo del concittadino Mataluni, impegnato in quel momento in una delicata fase di espansione internazionale (vedi l’accordo firmato il 13 luglio con la Nippon Flower Miss per distribuire l’Olio Dante nei canali della grande distribuzione del Sol Levante).
Siamo ovviamente ancora alle fasi iniziali del procedimento penale a suo carico e le accuse dovranno essere sottoposte al vaglio di altri magistrati. Fino all’eventuale sentenza di condanna definitiva esiste la presunzione d’innocenza come per l’altro procedimento per associazione camorristica e reati elettorali.
Un dato, però, emerge sin d’ora in maniera incontrovertibile: “Mister Okite” nel giro di pochi mesi è finito per ben due volte al centro di clamorose inchieste giudiziarie. Non è forse il caso che stavolta più che riportare in un manifesto le altrui “considerazioni conclusive” sia lui stesso a trarle queste conclusioni, dimettendosi dalla carica di sindaco di Montesarchio e difendendosi senza coinvolgere l’istituzione?
In fondo, persino il leader del partito in cui milita (o militava fino a pochi mesi fa) lo ha fatto dimettendosi in nome dell’interesse supremo del Paese. In questo caso, oltre all’interesse del paese (Montesarchio) c’è in ballo anche quello di un’intera provincia, la cui immagine esce piuttosto malconcia da queste vicende, a prescindere da quelle che saranno poi le risultanze processuali.
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(per un disguido tecnico non era apparso l’autore dell’articolo. ce ne scusiamo)
Apprezzo molto la finezza e la imparziale disamina dei fatti! Ottima prospettazione e…..anche ottima la soluzione che non significa essere colpevoli..