(Sanniopress) – Voi che siete beneventani capite subito che suona male dire “l’imperatore Pepe”. Eppure, il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, ha sfidato la storia romana, la semantica, la vox populi e chissà cos’altro mettendosi in posa imperiale sotto la statua dell’imperatore Traiano per il settimanale Venerdì di la Repubblica. Lo ha fatto con ironia – traspare in modo abbastanza evidente dallo scatto fotografico – ma non senza un pizzico di vanità, che per fare un po’ di pubblicità alla città ci può anche stare. La fotografia mi ha subito portato alla mente l’altra foto storica che un altro sindaco di Benevento, il non meno vanitoso (per sua stessa ammissione ha un debole per l’abito sartoriale) Pasquale Viespoli fece in una estate calda sul finire degli anni Novanta in posa molle sotto una palma del Metaponto per il settimanale Oggi. Il gesto imperiale di Pepe mi dà la possibilità di ritornare su un argomento che credo sia importante per Benevento e anche per questa amministrazione che potrebbe uscire dall’anonimato: dare a Cesare ciò che è di Cesare e spostare Traiano, da quell’angolino in cui è stato relegato, al centro di Piazza Roma rivolto verso il suo trionfale Arco.
Non è un caso se il settimanale scalfariano ha proposto al sindaco di fare l’imperatore. L’Arco di Traiano è il monumento più noto di Benevento, quasi il suo simbolo “naturale”, e la stessa formula – Arco di Traiano – è vincente di suo perché è immediata, diretta, completa. Non ha bisogno di chi si improvvisa esperto della comunicazione perché non solo è comunicativo di suo ma è espressivo. Ma l’Arco e il suo imperatore sono tra loro troppo distanti, così distanti da essere praticamente soli al mondo: è come se entrambi soffrissero di solitudine. Già negli anni Venti del secolo scorso ci fu l’idea di riunirli portando Traiano proprio a Piazza Roma che sarebbe stata Piazza della Vittoria (per celebrare la Prima guerra mondiale). In quel caso Traiano avrebbe indicato l’Arco e la sua via e sarebbe riuscito anche a “vedere” l’arco imperiale. Oggi questo non è più possibile. Resta, però, attuale l’esigenza di spostare Traiano dall’ombra alla luce dando alla elegante Piazza Roma un degno monumento romano. Chi più di Fausto Pepe che per una volta ha preso le sembianze dell’imperatore Pepe può proporre a ragion veduta questa idea? Se riuscisse in un’operazione del genere, il sindaco si ritaglierebbe un posticino imperiale nella storia di Benevento e, se non una statua, proporrò io stesso di fargli una statuetta.
Credo che un sindaco avveduto non dovrebbe far cadere nel vuoto l’idea di dare a Cesare ciò che è di Cesare, cioè a Traiano ciò che è di Traiano. In passato fu Raffaele Del Vecchio ad avere una buona idea per poi subito rimangiarsela: spostare il Bue Api tra la prefettura e Santa Sofia. Ci sono alcune cose che possono dare un volto più interessante alla città e che si possono fare senza spendere soldi. E’ come se la storia monumentale di Benevento venisse resettata. Per farlo, però, l’amministrazione comunale deve mettersi in testa che la politica culturale non è affare isolato dell’assessorato alla Cultura: le idee vanno discusse, verificate e corrette. Nessuno ha il monopolio dell’idea giusta e la strategia culturale per Benevento non può nascere da un ufficio marketing ma da un’identificazione tra i beneventani e la loro storia. Detto in due parole: la rappresentazione di Benevento non è affare unico della rappresentanza. La proposta che voglio rifare – perché ne ho già parlato – al sindaco è molto seria: collochiamo Traiano dove merita di stare, al centro di una piazza che porta il nome di Roma e al centro della città. A volte nulla è più reale di un simbolo. Coraggio, imperatore.
http://giancristianodesiderio.wordpress.com