(Sanniopress) – Lavoro a Napoli. Frequento Roma per affetto e per diletto. E Benevento fa tendenza in quei luoghi, sì. Ma solo per lo splendido “parterre” di agriturismi di cui è circondato. Altro che storia e cultura. Quello da cui vengono attirati i nostri sporadici visitatori sono le sannite “bellezze”… alimentari.
Direte: ma chi frequenti? Vi assicuro che anche in ambienti culturalmente avvertiti, fra docenti di Liceo che si piccano di essere cultori delle discipline umanistiche e presenziano in incontri pubblici, discettando delle virtù del Latino o della Filosofia, c’è una qualche difficoltà a riconoscere a Benevento qualcosa di più che il ruolo di “buen retiro” durante i momenti di ozio o di spensieratezza. In alternativa, è ovvio, ad altre “gustose” destinazioni. E giù quindi a chiedermi notizie di questa o di quella sagra, da Cusano Mutri a Sant’Agata de’ Goti.
“Città spettacolo”? “Universo Teatro”? Mete per pochi appassionati, che si contano sulla punta delle dita e che in ogni caso “abbinano” orazione a colazione. Immaginate la delusione di chi, come me, da anni, si occupa di Cultura e Spettacoli, verificare sul campo che la tanto proclamata città-cultura, affonda tra spallucce, incredulità e sorrisetti benevoli, rivolti al mio magnificare fuori porta le meravigliose potenzialità del nostro capoluogo, “crocevia” tra Nord e Sud del mondo… Meravigliata di tanta “ignoranza” (che “vulgarité”, direbbe Fiorello-Carla Bruni!), rientro a casa mia e ritorno, “trombone fra i tromboni”, a bearmi della pseudo-particolarità della mia terra, incapace di spiegarmi perché non l’indovinino tutti e perché tutti non vedano l’ora di venire in “visita guidata” ad assaporarne la bellezza. Quindi la ripropongo come meta agli studenti e i colleghi docenti ribadiscono le proprie perplessità…Solo il prof.di Religione spinge per abbinare Benevento alla visita di Pietrelcina. Quella di Lettere, invece, mi chiede se da me, “al paese”, c’è la possibilità di acquistare o fittare casa a buon prezzo, perché ha venduto quella della zia nella gloriosa Partenope e col ricavato (spiccioli!) , qui a Benevento, vorrebbe acquistare un appartamento, un terreno e magari, gia che c’è, anche un locale commerciale, sai, per investimento. Come se avessimo l’anello al naso.
E allora, signori, d’accordo, cavalchiamo la tendenza, cavalchiamo l’onda e il mito della “tranquilla vita di provincia”, come sottolineava Giancristiano Desiderio, nel suo editoriale di S. Stefano. Spiazziamoli tutti. Siamo, senza tema di perderne in dignità, quello che si aspettano e quello che vogliono da noi. Diventiamo specialisti nel settore dell’ospitalità, offrendo vino buono e passeggiate culturali dentro e fuori le mura, itinerari del gusto e dell’arte. Smettiamo di cercare fuori, nelle difficili “avanguardie”, quello che abbiamo in casa, di “scimmiottare” modelli ed eventi terribilmente “déjà vu” e comunque già esplorati fino in fondo nei Festival e nelle piazze delle città più grandi. E se tutto questo già si fa, come si affannano a proclamare alcuni addetti ai lavori (mah!) e se proprio vogliamo primeggiare per gli avvenimenti culturali in senso lato, almeno impariamo a “venderceli” meglio. Arte di cui, evidentemente, è più maestro l’abile ristoratore cittadino che chi di dovere…E che dunque ne raccoglie poi i più succulenti frutti.
Si è sempre meridionali di qualcuno! Vivo a Cerreto Sannita e lavoro, e ho molte amicizie, a Benevento. Che ambiente frequento? Buono, ottimo!…Credo. Eppure gran parte di quella gente conosce poco o non conosce affatto la Città delle ceramiche, la Città di fondazione, la Città bandiera arancione Touring Club, ma conosce bene molti ristoranti, vuole comprare il vino buono e l’olio migliore…e qualcuno voleva acquistare un casolare in campagna per trascorrere in santa pace i fine settimana.Tutto uguale. Non è colpa dei napoletani se gli piace mangiar bene e genuino, ma pare che sia il massimo che riusciamo ad offrire (se gli va bene!). Sarebbe opportuno fare, invece, come si suol dire, sinergia tra Benevento e la sua nobile periferia.Per le bellezze storiche, paesaggistiche e per gli eventi culturali e non. E la Città capoluogo dovrebbe farsene promotrice. Altrimenti mi vedrò costretto ad invitare i miei amici beneventani a colazione nello splendido chiostro settecentesco di palazzo S.Antonio.
Antonello Santagata