Aveva appena ricevuto il suo bel regalo, quella busta rossa contenente un buono da spendere in viaggi. Si era da poco laureata, ed era lontana anni luce da quel concetto di soddisfazione che immaginava avrebbe provato quando finalmente avrebbe posto fine alla sua estenuante tesi. Il giorno prima, dopo la proclamazione, si era divertita con gli amici e con i parenti quasi come se fosse ad una normalissima festa di compleanno, e nella concitazione del momento non aveva pensato neanche per un istante alla parola che stamattina le rimbombava in mente come un neon rosso intermittente:
CAMBIAMENTO
Era appena il mattino dopo, si era svegliata presto con la spiazzante sensazione di non avere idea di come trascorrere la giornata, e aveva iniziato a controllare i regali. Orologi, collane, bracciali, e la busta del viaggio, accompagnata dalla lettera di auguri che si concludeva con la parola “divertiti”. Rifletté che era un regalo azzeccatissimo, perché in questo momento si sentiva esattamente rinchiusa all’interno di quella busta rossa ed opaca, ma quel “divertiti”…. Come avrebbe potuto divertirsi, con tutte le paure e le ansie e le incertezze che giravano intorno a quella busta rossa, impenetrabile come, le sembrava, il suo futuro? Non sapeva dove quel viaggio l’avrebbe portata, non aveva idea di come sarebbe stato il ritorno a casa e ad una vita che stava or ora nascendo, diversa in modo radicale da quella che conosceva fino a ieri. E che meta avrebbe dovuto scegliere per un viaggio così importante?
Da qualche parte, forse in un film, forse in un libro, forse sul Novella 2000 della sala d’attesa della parrucchiera, aveva letto che il battito d’ali di una farfalla in Brasile avrebbe potuto scatenare un uragano in India. Possibile? Forse, se la farfalla fosse stata abbastanza grande, il vento abbastanza forte, l’umidità abbastanza consistente… Chissà. Si domandò cosa sarebbe successo se la farfalla fosse stata, per esempio, in Madagascar. E se il battito d’ali fosse stato quello di una specie di fringuellino dell’habitat sub-sahariano? Interrogativi su interrogativi. Tenendo stretta tra le mani la busta rossa pensava al meraviglioso tragitto che quello sbuffo di arietta fresca avrebbe compiuto, a partire da bellissime e quasi impalpabili ali colorate, librandosi su oceani immensi, assaporandone salsedine e colore, sollevandosi su monti imponenti, godendo del fresco pungente e del verde entusiasmante. Si cullò in questa romantica idea di viaggio che trasformava un piccolo sospiro in una cosa enorme come un uragano. Immaginò come quello sbuffetto riceveva la spinta dalle ali di una farfalla (ovviamente, ali di colore principalmente “rosso-busta-da-regalo”), una spinta piccola, una partenza al rallentatore, e chiuse gli occhi pensando con trepidazione alla velocità vertiginosa che avrebbe raggiunto alla fine del suo viaggio, alla forza e al coraggio che le sarebbero state impresse dalle conoscenze del percorso. Anche se, a pensarci bene, lei avrebbe voluto diventare al massimo una rinfrescante pioggia estiva, un temporale del mese di marzo, un acquazzone di fine estate… un uragano le sembrava francamente eccessivo!
Il suo umore stava cambiando, l’insicurezza piano a piano cedeva il posto alla curiosità che aveva sempre ritenuto essere l’elemento dominante del suo carattere, stava iniziando a cercare il gusto che ancora non conosceva, come quando davanti al banco della gelateria senza nemmeno guardare le vaschette leggeva i nomi delle varietà alla ricerca di quella mai provata.
Pensò che era per via della curiosità che amava leggere, le piaceva conoscere il punto di vista sul mondo dell’autore che aveva scritto le pagine che leggeva, si domandava sempre che esperienze avesse vissuto lo scrittore per formulare le idee nascoste nelle righe. E la sua vita, il mondo intero, erano come un libro: Sant’Agostino aveva ragione. Chi non viaggia legge solo una pagina… o forse, ne scrive solo una. Si, ma non aveva ancora dato risposta alla domanda centrale: quale meta?
Rifletté. Era davvero così importante la meta? In fondo, si sentiva già in viaggio, era già nella stazione che l’avrebbe portata a conoscere persone nuove, luoghi nuovi, un lavoro da cui trarre emozioni mai provate da filtrare attraverso la valigia di esperienze che l’avevano condotta a questo punto.
Si, era in viaggio.
Si, si sarebbe divertita.
Si, si sarebbe librata in volo come lo sbuffetto d’aria dalle ali della farfalla.
Si, ora quella parola non la inquietava più.
(questo racconto ha vinto il 3° Concorso di scrittura creativa “Il Viaggio: dovuque tu vada, vacci con il cuore”, promosso dall’Istituto comprensivo “J.F. Kennedy” di Cusano Mutri, dal Comune di Cusano Mutri e dal Forum dei Giovani di Cusano Mutri)