(Sanniopress) – Proprio mentre sembrava che le polemiche sul “Natale beneventese” si fossero improvvisamente placate e che l’opera del maestro Riccardo Dalisi non dovesse più produrre effetti indesiderati ecco che viene fuori un nuovo capitolo di questa, per moltiversi, grottesca e surreale vicenda.
Un lettore molto attento, Penna Insolente, ci ha, infatti, segnalato un particolare sfuggito a noi come alla stragrande maggioranza dei benventani: l’alone di ruggine che caratterizza un lato del maestoso presepe voluto da Comune e Camera di Commercio.
Come si può notare dalla foto fornitaci dal nostro lettore solo una parte della lastra metallica è priva dell’alone di ruggine e, guarda caso, coincide proprio con la forma della parte superiore del fondale stesso.
Come a dire che la parte superiore è rimasta collocata per un pò su quella inferiore (le varie parti, com’è noto, sono state unite nel corso del montaggio) in modo da proteggerla dagli agenti atmosferici…
Tutto ciò induce a chiedersi: quanto tempo le lamiere sono rimaste esposte agli agenti atmosferici dopo la loro sagomatura e, conseguentemente, quando è realmente iniziata la realizzazione dell’opera?
A voler essere pignoli c’è da dire, infine, che il nostro lettore pone anche un’altra questione: “Avete notato la differenza tra le figure ricavate nella parte sinistra del fondale (guardandolo dal Corso) e quelle della parte destra? Non vi sembra che quella sinistra contenga decorazioni molto simili a quelle delle opere realizzate da Michelangelo Lombardi e collocate sul corso durante Città Spettacolo, mentre quelle presenti sulla parte destra sono diverse?”.
Insomma, il “mistero” si infittisce, proprio come in un film di Emir Kusturica.
La Natività realizzata con materiale stagnoso (stagnariell) dove è la ‘manipolazione’ a darne forma.
Il resto realizzato con taglio laser su lamiera dura dove è la ‘perforazione’ a darne forma.
La corrente del ‘napoletanino’ è costituita appunto dall’uso degli ‘stagnatielli’ e la tecnica della perforazione apparirebbe come una interessante innovazione.
Ed infatti la parte centrale dell’intera struttura è rappresentata dalla manipolazione degli ‘stagnarielli’ il resto che la ‘incornicia’ è realizzato tutto con laser perforazione.
Apparirebbe essere la prima volta in assoluto che il Dalisi si cimenti in tale ‘avanzata’ tecnica. Due tecniche un solo artista?
Penna Insolente