(Sanniopress) – Riavvolgiamo il nastro al 13 maggio. Conferenza stampa convocata in fretta e furia nello stadio del Palermo. Il presidente dei rosanero Maurizio Zamparini è furibondo, disserta sulla mancanza della certezza del diritto in Italia, annuncia ricorsi alla Corte Europea perché “vittima di una situazione kafkiana, un castello di sabbia di accuse false”. Il Riesame di Benevento gli ha appena sequestrato 17 milioni e mezzo di euro di azioni della società, il pacchetto di maggioranza.
È la conseguenza di un’inchie – sta del pm Antonio Clemente sulla realizzazione del centro commerciale beneventano “I Sanniti”, lubrificata da una presunta tangente di 50 mila euro ai coniugi Clemente e Sandra Mastella e portata a termine, secondo la Procura e i suoi periti, attraverso falsi prospetti, concessioni facili, promesse di posti di
lavoro per ottenere il via libera a un’operazione piena di falle. Un giornalista chiede lumi su quei 50 mila euro e Zamparini risponde così: “Sono andato dalla signora
Mastella e le ho detto: il vostro sindaco è impazzito, vedete un po’ qual è il motivo per cui dice che non possiamo aprire l’iper mercato. Lei mi disse, come tutti i politici, noi abbiamo una onlus per aiutare i poveri di Benevento, mi fa una offerta? E io feci una offerta ufficiale con un bonifico di 50 mila euro alla onlus. E questo vi sembra un reato?”.
A parte che la onlus in questione, “Iside Nova ”, più che aiutare i poveri organizzava rassegne di concerti ed è finita pure nel mirino di un’altra inchiesta per le creste ricavate sulle fatture, il Gup Flavio Cusani è convinto che, sì, quel bonifico potrebbe configurare un accordo illecito. E per questo ieri ha rinviato a giudizio Zamparini e i Mastella per corruzione. Rigettando l’istanza di dissequestro delle azioni del Palermo. La prima udienza del processo si terrà il 18 aprile 2012. Con una folla di imputati:
quattordici, tra amministratori locali, dirigenti e tecnici comunali e collaboratori di Zamparini, per una sfilza di reati che vanno dalla truffa al falso all’abuso d’ufficio, fino
alla corruzione e all’istigazione alla corruzione. Quest’ultima è contestata a un uomo di fiducia dell’imprenditore friulano, che avrebbe contattato un componente della commissione Beni Ambientali e un assessore per proporre loro un assaggio del “metodo Zamparini” già sperimentato, a suo dire, per l’apertura di altri ipermercati: farsi segnalare liste di nomi di persone da assumere e allungare una cospicua mazzetta. I politici avvicinati, però, rifiutarono.
Uno di loro registrò tutto e portò la cassetta agli inquirenti. Ma che bisogno aveva Zamparini di chiedere i buoni uffici dei Mastella? L’ipermercato, avviato nel 2002, quattro anni dopo si era ancorato nelle secche di problemi burocratici seri, e nell’opposizione delle associazioni Lipu e Altrabenenvento, le cui denunce contro gli stravolgimenti urbanistici in atto in una zona sottoposta a vincoli avevano mosso l’opinione pubblica. Bisognava quindi mobilitare consenso intorno all’investimento. Nel
feudo dei Mastella, chi meglio del ministro di Giustizia e della presidente del consiglio regionale dell’epoca per sbloccare la situazione? L’incontro tra Zamparini e Lady Mastella avvenne nel settembre 2006 e il sindaco Fausto Pepe (non indagato) ha messo a verbale che proprio da quel settembre in poi i Mastella iniziarono una raffica di telefonate per fare pressione su chi doveva consentire l’apertura de “I Sanniti”. Che avviene anche grazie al contributo dell’assessore all’Urbanistica Aldo Damiano. All’epoca mastelliano, rinviato a giudizio per corruzione pure lui.
(tratto dall’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano – pagina 8 )