(Sanniopress) – Se il sabato sera si fa a botte, allora, qualcuno deve intervenire. Se l’autoambulanza rimane regolarmente imbottigliata a Piazza Piano di Corte, allora, qualcuno deve intervenire. Se gli abitanti del centro storico non solo non sanno più cosa voglia dire dormire sonni tranquilli ma si vedono anche messa a rischio la loro incolumità, allora, qualcuno deve intervenire. Siccome, però, Qualcuno significa sindaco e giunta comunale (e, per la sicurezza più in generale, forze dell’ordine), allora, è chiaro che nessuno interverrà. E non perché noi siamo esagerati ma perché l’esperienza e i precedenti ci dicono che nessuno è intervenuto in passato e nessuno interverrà in futuro. Dunque, che cosa si fa: si attende il peggio.
Della questione “movida” ormai si conosce tutto: gli esercenti e i clienti; le licenze facili e le prevedibili conseguenze; la malattia, la sua origine, il decorso e finanche la cura. Solo che il medico, pur chiamato tante volte e da molte parti, sia private sia pubbliche, non risponde e finge che non siano fatti suoi. I cittadini del centro storico si sono anche organizzati in un comitato. Si sa, l’unione fa la forza. Al momento la forza ha prodotto solo la protesta: prima estemporanea e arrabbiata, poi sempre più preparata, analitica e ragionata. Ma anche la protesta organizzata, con proposta incorporata, non basta più. E’ giunta al suo punto limite. E’ necessaria un’ulteriore evoluzione.
Si è arrivati al paradosso che se il comitato di quartiere avesse un posto in giunta avrebbe risolto il problema o comunque l’assessore di quartiere non starebbe con le mani in mano e affronterebbe il problema. Ma, allora, visto che il Signor Qualcuno se ne fotte, perché il comitato di quartiere operando effettivamente come se fosse in giunta non agisce e produce quell’intervento pubblico che la giunta non garantisce? Detto in due parole: il comitato di quartiere potrebbe istituire turni di vigilanza notturna privata per far rispettare regole e leggi.
Non è una provocazione. E’ una proposta seria e ragionata che nasce da un fatto preciso: le istituzioni non garantiscono più l’ordine pubblico e così vengono meno al motivo fondamentale della loro esistenza: la sicurezza dei corpi (le anime, per fortuna, non è affare di Stato o, almeno, non dovrebbe esserlo).
Certo, la vigilanza privata ha bisogno di autorizzazione e ha un costo. Tuttavia, non si tratta di problemi insormontabili. L’autorizzazione non può essere negata proprio perché il servizio non è garantito. Il costo può essere detratto dalle tasse.
L’autogoverno è una virtù repubblicana. Le amministrazioni, siano locali o nazionali non ha importanza, entrano in crisi e decadono quando non garantiscono più i servizi base. Tra questi ci sono la sicurezza dei corpi, della proprietà e della libera circolazione. A Benevento nel centro storico nelle ore notturne del fine settimana non ci sono più corpi sicuri, proprietà garantite, libera circolazione persino pedonale. La movida era un problema acustico e igienico ed è diventato un problema violento e sanitario. La “democrazia protettiva” o difensiva – per dirla con Giovanni Sartori – è irrinunciabile perché difende la libertà dei cittadini. Benevento ha rinunciato alla “democrazia protettiva”? Di notte, nel centro storico, sì.
Per uscire da questa situazione di anarchia c’è ormai solo questa strada: sostituire la inadempiente amministrazione comunale con una legale vigilanza privata. Per i cittadini del centro storico è una necessità civile dal momento che nelle ore notturne della movida le loro vite e le loro case cadono in uno stato pre-civile che, come dimostrano i fatti, è pericoloso per tutti: esercenti, clienti, abitanti. Anzi, proprio gli abitanti, chiusi nelle loro case, sono quelli che paradossalmente hanno la vita maggiormente in pericolo. Più sono al sicuro, più sono insicuri. Se, infatti, l’autoambulanza invece di soccorrere un ragazzo o una ragazza nei locali o in piazza dovesse soccorrere il Signor Nessuno andando a prenderlo a domicilio, state pur certi che, per la confusione e l’intasamento, o non arriverebbe a destinazione o vi arriverebbe con un ritardo fatale.
Per ripristinare le irrinunciabili condizioni civili di sicurezza e libertà servono vigili e guardie private del comitato di quartiere. Il tempo della protesta è passato. Il tempo della segnalazione e della proposta idem. E’ tempo di fare legalmente da sé. Poi, magari, capiranno. Ma al momento cominciate a capire quanti vigili e quante guardie servono, che è meglio.
Ma perchè non organizzare delle belle ronde private? Per cortesia. Ma smettiamola. Non esiste neanche la movida a Benevento. Il problema delle risse è in qualsiasi quartier di Benevento, e se lei scendesse più volte in strada lo saprebbe. Lei sa che la maggior parte dei ragazzi che “ti guardano storto” sono proprio del quartiere centro storico? Lei sa che molti dei proprietari dei locali del centro storico, vivono effettivamente li’?
Basterebbero un paio di pattuglie della polizia a Piazza Piano di Corte ferme lì a controllare. Stop. E invece le pattuglie vanno su e giù per il Corso Garibaldi a sprecare la poca benzina che hanno. E in più forse lei non sa che soggetti lavorano per la vigilanza privata. Le assicuro… alcuni sono poco raccomandabili. Buon Natale e buona movida!