di Arnaldo Capezzuto
(Sanniopress) – Aveva proprio ragione, ad agosto, la giornalista Marilena Natale a gridare ai quattro venti che era rischioso nominare assessore comunale ai beni confiscati quell’insegnante e dirigente della scuola calcio Real Casale, indagato per voto di scambio politico mafioso, nonché fratello del consigliere provinciale Sebastiano Ferraro e cugino di Nicola Ferraro, ex consigliere regionale arrestato in passato per associazione mafiosa.
Angelo Ferraro, di 38 anni, assessore esterno all’Istruzione, Programmazione opere pubbliche, Urbanistica e Beni confiscati del Comune di Casal di Principe, è stato infatti arrestato. Le manette sono scattate all’alba del 6 dicembre, nel corso della maxi operazione anti camorra, per lui, per suo fratello, il consigliere provinciale Sebastiano Ferraro e per altre cinquanta persone (camorristi, politici, imprenditori), mentre per il deputato Nicola Cosentino (Pdl), per la seconda volta in due anni, e stata chiesta la custodia cautelare.
L’operazione ha avuto enorme risonanza anche perché il giorno dopo, in un’anonima stradina di Casapesenna, in un bunker sotterraneo, dopo 16 anni di latitanza, è stato stanato l’inafferrabile padrino dei Casalesi, Michele Zagaria.
Marilena è una cronista indignata della Gazzetta di Caserta. E’ stata più volte minacciata per aver pubblicato notizie sgradite ai clan, che temevano le sue rivelazioni. La sua battaglia contro la nomina dell’assessore Ferraro l’ha fatta da sola, a costo di passare per matta, scagliandosi contro la malapolitica,che in terra di Gomorra va a braccetto con il clan dei Casalesi. L’ha cominciata con un clamoroso appello al presidente della Repubblica e la richiesta di intervenire contro l’amministrazione comunale di Casal di Principe per la nomina di quell’assessore. “È normale che un indagato entri nell’ esecutivo di un Comune con un tasso d’infiltrazione mafiosa così alto?”, chiedeva pubblicamente la giornalista.
Angelo Ferraro era stato nominato l’8 agosto dal sindaco Pasquale Martinelli, che nel frattempo, il 3 novembre si è dimesso. Aveva fatto particolare sensazione che Ferraro avesse fra l’altro la delega ai Beni confiscati e avesse annunciato di volersi ispirare all’esempio e alle idee di don Giuseppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra.
In una intervista ad Ossigeno, il 12 novembre 2011, Marilena ha raccontato che si era infuriata perché Angelo Ferraro aveva inviato in giro centinaia di email con il suo curriculum e una foto che lo ritrae insieme al procuratore aggiunto Cafiero de Raho. “Un modo subdolo, un giochetto per accreditarsi pubblicamente dalla parte della legalità. Anche se ti fai fotografare insieme al Papa non vuol dire che sei una brava persona. Sono passati dei mesi ed io resto della mia idea”, diceva.
Perchè la lettera-denuncia?
Marilena Natale era in ferie quando ha saputo che Ferraro era stato nominato assessore. “Non sarà lui, ho pensato. Invece era proprio lui, l’Angelo Ferraro indagato insieme con altre persone ai sensi dell’ articolo 416 bis e 416 ter, cioè per associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso. So bene che ogni cittadino deve essere considerato innocente fino al terzo grado di giudizio. Ma com’è possibile che a Casal di Principe, in Italia, una persona accusata di reati così gravi sia chiamato a fare l’ assessore e abbia le deleghe per la gestione dei beni confiscati ai camorristi?”.
L’alba delle manette
Ora a quella domanda i magistrati del pool anticamorra della Procura di Napoli hanno dato una prima importante risposta con gli arresti del 6 dicembre, che oltre ai 52 arrestati, ha coinvolto altre 19 persone indagate, fra le quali la personalità più illustre è il deputato e presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. Se ne occuperà martedì 13 dicembre la giunta delle autorizzazioni a procedere di Montecitorio, che discuterà anche la richiesta di custodia cautelare in carcere per il deputato ed ex sottosegretario all’Economia e attuale coordinatore regionale in Campania del Pdl Nicola Cosentino.
Il Principe e la scheda ballerina
La voluminosa ordinanza di 1500 pagine dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho contro esponenti del clan dei Casalesi è intitolata “il Principe e la scheda ballerina”: Principe perché si voleva costruire un grande centro commerciale a Casal di Principe per riciclare i soldi sporchi e assegnare posti di lavoro; scheda ballerina perché a Casal di Principe con false schede elettorali i camorristi si impadronivano del voto di inconsapevoli elettori anziani, ammalati o che non si recavano al seggio. L’ordinanza fotografa l’inquietante commistione tra politica, camorra e imprenditoria. Dal quadro investigativo emerge che l’intera attività politico-elettorale nel casertano fosse ad appannaggio dei Casalesi. Intimidazioni, corruzioni, pressioni, brogli, sono stati gli ingredienti fondamentali del miscuglio criminale che governava il voto in Terra di Lavoro.
Una cronista pericolosa
L’inchiesta si basa, fra l’altro, su intercettazioni telefoniche e ambientali. Da esse emerge il timore che alcuni esponenti dei Casalesi nutrivano per il lavoro della cronista Marilena Natale. Era considerata un vero e proprio pericolo per gli affari dei politici collusi e degli esponenti della cosca. Chi osava criticare l’operato degli amministratori comunali o dei candidati rischiava di essere ucciso. Ne parlano gli intercettati, Demetrio Corvino, fratello di Antonio, ex consigliere comunale e già assessore nel 2007 nella giunta di Casal di Principe che fu sciolta per camorra, e l’ex sindaco Cipriano Cristiano, e gli stessi fratelli Corvino finiti in manette nel corso della maxiretata Demetrio Corvino armato di pistola e con tono minaccioso all’interno di un bar ha intimidito un uomo obbligandolo a salire in auto e lo ha minacciato: qualora suo fratello non avesse smesso di parlare con la giornalista Marilena Natale, gli avrebbe fatto del male. Per essere preso sul serio ha detto: “Guarda tengo la pistola…ce la faccio vedere io alla giornalista…la deve pagare…”
Ma le minacce continuano
Il blitz e l’arresto di Michele Zagaria tuttavia non hanno messo fine al clima di intimidazione nei confronti dei giornalisti. Due giorni dopo l’arresto del padrino latitante, a Casapesenna Marilena Natale e altri giornalisti sono stati minacciati da un affiliato dei Casalesi, mentre seguivano alcune perquisizioni della Guardia di Finanza. Con Marilena c’erano Giampiero De Luca (giornalista televisivo di Canale Italia) e il fotoreporter Nicola Baldieri. Un personaggio a loro noto si è avvicinato e li ha insultati minacciosamente. Ha detto: “Tanto dovete morire”. Marilena Natale ha chiesto: “E’ una minaccia?”. Quello prima ha detto si, poi rendendosi conto che c’erano i finanzieri, si è corretto dicendo: “No, la Madonna vi deve far morire”. La moglie di questo signore, guardando con disprezzo Marilena, ha commentato: “Tanto è sempre lei”. Prima di andarsene ha fotografato la Natale e l’auto di Giampiero de Luca, mentre Baldieri si rallegrava che non avessero fracassato la sua macchina fotografica.
(tratto da Ossigeno per l’informazione – la foto è del fotoreporter Nicola Baldieri e ritrae Marilena Natale distesa sulla poltrona di Zagaria)