(Sanniopress) – La classifica ricavata da Alexa.com sui siti d’informazione più visitati continua far discutere. Ho ricevuto una simpatica telefonata dal direttore di Gazzetta di Benevento, Alfredo Pietronigro, che mi ha manifestato schiettamente il suo dissenso rispetto allo strumento utilizzato da Sanniopress per compilare la classifica, anche alla luce dei dati di traffico in suo possesso. Conosco Alfredo da oltre un quarto di secolo e non ho motivo di dubitare delle sue affermazioni, anche perché è un giornalista di razza e le sue indiscusse capacità professionali le ha dimostrate sul campo, facendo di Gazzetta di Benevento un importante sito di riferimento per chi vuole tenersi informato sulla realtà beneventana. E, merito ancora maggiore, lo ha fatto nonostante la sua confessata ritrosia verso le nuove tecnologie. Allo stesso modo ho rispetto, al di là dei toni non sempre sereni, delle altre opinioni manifestate sul web.
Leggendo i vari commenti e le mail che mi sono giunte in questi giorni, ho avuto comunque l’impressione di trovarmi di fronte alle contraddittorie dichiarazioni che solitamente accompagnano i sondaggi elettorali o le classifiche annuali stilate dai giornali: tutti dicono che non sono affidabili ma poi, puntualmente, li consultano e li utilizzano qualora risultano a loro favorevoli. Salvo, poi, cambiare nuovamente opinione quando diventano sfavorevoli…
Su un punto, comunque, faccio pubblica ammenda: ho dato per scontato il fatto che chiunque navighi su Internet possa consultare immediatamente Google e Wikipedia per avere un’idea di che cosa sia Alexa.com e delle diverse correnti di pensiero che affollano la Rete sullo spinoso argomento. E, invece, Internet è frequentata da navigatori con diversi gradi di conoscenza dello strumento utilizzato e occorreva quindi chiarire meglio questo aspetto (cosa che ho successivamente fatto riportando quanto scrive Wikipedia).
Detto ciò, devo anche confessare che mi ha divertito l’intervento di Alessandro Paolo Lombardo e Luigi Furno che, sfoderando sapientemente l’arma dell’ironia e senza scadere in livorosi attacchi personali, hanno simpaticamente e seccamente “bocciato” la classifica. E, per altri versi, mi ha persino divertito la lezione di etica giornalistica (troppo lunga, però…) impartitami dal direttore di un giornale online perché mi ha fatto sorgere un amletico dubbio: si tratta (per restare in tema di etica…) dello stesso direttore di un mensile che tempo addietro dedicò un ampio servizio del giornale ad un progetto pubblico di cui riportava in altre pagine anche la pubblicità? Sinceramente mi auguro di no.
Al novello docente di etica giornalistica mi permetto, comunque, di rivolgere un umilissimo ed affettuoso consiglio: eserciti un più attento controllo sui commenti presenti sul suo sito, soprattutto se sono ai limiti della diffamazione. Si tratta, lo ripeto, di un semplice ed affettuoso consiglio, anche perché preferisco il confronto dialettico alle azioni giudiziarie.
Insomma, ognuno ha il suo stile…