(Sanniopress) – Abbiamo la peggiore classe politica di sempre. Tanto a Roma quanto a Benevento. Mentre il governo Berlusconi affondava, Nicola Formichella dichiarava: “Il governo Berlusconi è il miglior governo possibile”. Si può perdere ed essere i migliori, non c’è dubbio. Ma il meglio del meglio in questo caso ci ha portato ad un passo dal fallimento o, come dicono quelli che parlano bene, dal default.
Il giorno prima Nunzia De Girolamo dichiarava: “Abbiamo i numeri”. I numeri sono la sua passione. Ha dimostrato di saperci fare: con i voti no, ma con le tessere di partito sì. Ne ha raccolte migliaia e le ha portate come un trofeo personale a via dell’Umiltà. Ma migliaia di tessere sono state spazzate via da 308 voti parlamentari sufficienti per approvare una legge e insufficienti per sostenere un governo. Alla deputata di Benevento va riconosciuto il carattere. Ha detto: “Abbandonare la nave che affonda è da irriconoscenti”. Aggiungerei: oltre ad essere inelegante. Eppure, il problema è proprio qui: che cosa significa essere riconoscenti?
La riconoscenza di cui parla la regina delle tessere del Pdl a Benevento si scontra con la libertà di mandato del parlamentare. Berlusconi ha fatto la fortuna di tanti uomini e di tante donne. Una volta il suo più caro amico – amico dai tempi della scuola – Fedele Confalonieri disse: “Silvio mi ha reso un uomo ricco”. Questa è riconoscenza e se non ci fosse sarebbe ingratitudine, ma Confalonieri, che è un signore, non è un ingrato. I deputati e le deputate del Pdl devono essere riconoscenti al presidente del Consiglio allo stesso modo di Confalonieri? Molti di loro devono dire grazie a Silvio Berlusconi: non li avrà resi ricchi come Confalonieri, ma di certo se la passano meglio oggi di quanto non se la passavano ieri e l’altro ieri. Fu lo stesso Berlusconi a dire: “Erano delle zucche e li ho trasformati in principi”. Come a dire: non erano nessuno e li ho fatti diventare qualcuno. E’ questo il limite politico più evidente del Pdl: la stragrande maggioranza dei deputati e delle deputate deve dire grazie a Berlusconi se è in Parlamento. In questo caso – è evidente – la riconoscenza è la negazione della politica e della libertà del mandato parlamentare.
Una volta Gennaro Malgieri – un autentico galantuomo – mi ha detto: “Oggi fare il parlamentare è come avere una salumeria”. Ieri Malgieri avrebbe voluto votare per il governo ma non ha fatto in tempo perché era alla toilette. Rientrato in aula si è pubblicamente scusato. La sua scelta è libera e pur critico nei confronti del governo, e non da oggi né da ieri, ha deciso di non lasciare la nave mentre affondava. Anzi, per paradosso la sua assenza e le sue scuse hanno reso ancor più evidente la sua dignitosa volontà di restare al suo posto per libertà di scelta. Tuttavia, resta il problema di bottega: il Parlamento è pieno zeppo di salumieri.
Il voto anticipato è l’ipotesi più probabile. Ma non è una soluzione, anche quando lo si invoca in nome della democrazia e del rispetto della volontà popolare (che è un mito che fa sempre comodo). Con l’attuale legge elettorale tireremo su un altro Parlamento di salumieri che diranno di essere liberi e democratici perché grati al signore che ha dato loro in dono un feudo. La gratitudine, che è un giusto sentimento umano, sarà scambiata per virtù politica, mentre le idee e gli interessi nazionali usciranno definitivamente di scena dalla lotta politica e saranno sostituiti dai salumi e dai salami.