(Sanniopress) – Neanche Umberto ce l’ha fatta. Sì, proprio così: neanche Umberto Bossi ce l’ha fatta a dire “caro Silvio, è giunto il momento che tu faccia un passo indietro, al tuo posto mettiamo il tuo Angelino Alfano”. Il capo discusso della Lega ha mandato avanti il Calderoli, come nella più classica delle situazione della commedia da avanspettacolo: “Vai avanti tu che a me scappa da ridere”. E fosse solo il riso. Qui viene da piangere. Infatti, provate solo a ragionare su questo interrogativo: se il governo Berlusconi è molto poco autorevole in Europa e nel mondo, cosa sarà mai un governo Alfano?
La risposta ci è stata fornita indirettamente da Gianni Letta. Quando gli hanno proposto, da più parti, di uscire dall’ombra, dove ha sempre vissuto e operato con grande compostezza e competenza, per prendere il posto di Berlusconi, l’ex direttore de Il Tempo – c’è anche questo nella vita del “dottor Letta” – ha risposto così: “Grazie, ma non è il caso: non ho caratura internazionale”. Un gran signore, non c’è dubbio, perché forse chiunque altro al suo posto non ci avrebbe pensato due volte a prendere il posto in offerta, anche se se si tratta di una poltrona non solo molto scomoda ma bollente. Ora, se Gianni Letta non ha “caratura internazionale” vi pare che la stessa caratura possa essere riconosciuta ad Angelino Alfano? Nenche Bossi, che ha avuto questa geniale idea, ci crede e se l’ha avanzata è perché – come dice e ripete da tempo – “tanto Berlusconi non farà mai un passo indietro”.
Per uscire dalla crisi in cui ci ha condotti con mano ferma il governo Berlusconi c’è bisogno di un governo solido su base parlamentare e autorevole fin dalla testa del presidente del Consiglio. Il governo Alfano – l’immaginario governo Alfano – sarebbe un governo Berlusconi senza Berlusconi. Così dall’assenza di “caratura internazionale” si passerebbe alla presenza di “caricatura internazionale”. Alfano, infatti, a parte l’altezza fisica, è anche molto somigliante a Berlusconi e se Berlusconi lo ha fatto di suo pugno segretario del Pdl è perché – come disse egli stesso al papà di Angelino – “lo considero un po’ anche figlio mio”. Insomma, avremmo a Palazzo Chigi un “governo del figlio di papà” e non sarebbe una buona cosa per un Paese del quale, purtroppo, ora in Europa si ride. A torto, ma si ride.
C’è nella ex maggioranza di governo c’è una domanda che circola da tempo ma è una domanda sbagliata: come salvare il Pdl senza Berlusconi? La risposta che cercano di dare è proprio questa: il governo Alfano. Ma a far notare che è tutto sbagliato ci vogliono due secondi. Il problema che abbiano davanti – e che dovrebbero avere davanti anche gli esponenti più importanti del Pdl – non è come salvare il Pdl o la maggioranza una volta che Berlusconi è uscito di scena, bensì come salvare l’Italia.
(tratto dall’edizione odierna di Liberal)
http://giancristianodesiderio.wordpress.com