(Sanniopress) – “La provincia di Benevento è tra le più interessate dal fenomeno delle frane. Pur avendo una bassa densità abitativa, ha numerosi comuni compresi nell’elenco dei centri da consolidare o addirittura trasferire. Purtroppo, però, la linea seguita dalla Regione non contempla interventi in queste aree”. A lanciare l’allarme nei giorni scorsi dalle pagine del “Sannio Quotidiano” è stato Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei geologi della Campania.
Gran parte del territorio sannita è interessato da frane. L’Università del Sannio ne ha censito circa seimila e i centri abitati da consolidare, o addirittura trasferire, sono oltre trenta, ossia quasi la metà dei comuni sanniti. Ci sono paesi che, addirittura, attendono da oltre mezzo secolo interventi di messa in sicurezza. E poi ci sono i casi più eclatanti, come la frana che ha colpito Arpaise nell’inverno scorso, i fenomeni di smottamento che hanno investito i centri abitati di Buonalbergo, Baselice e S. Agata dei Goti.
Da un recente monitoraggio della Regione Campania emerge che necessitano di interventi di consolidamento i centri abitati o alcune frazione dei seguenti pasesi: Apice, Ampollosa, Buonalbergo, Castelfranco in Mescano, Cautano, Ceppaloni, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Forano Valfortore, Guardia Sanframondi, Melizzano, Montefalcone Valfortore, Montesarchio, Pietrelcina, Pontelandolfo, Reino, San Bartolomeo in Galdo, San Leucio del Sannio, San Marco dei Cavoti, San Nicola Manfredi, S. Agata dei Goti e Sant’Angelo a Cupolo. E, addirittura, richiederebbero il trasferimento i centri abitati di Casalduni, Castelpagano, Castelvetere Valfortore, Tocco Caudio e, in parte, Morcone.
Come scrive Giancristiano Desiderio, “la pioggia da sola non spiega così tanti disastri e così tanti morti “. Anche noi dovremo renderci conto che qualcosa non andava solo dopo aver “messo le mani nel fango”?