(Sanniopress) – Se fosse semplice per un giornalista di provincia intervistare il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, lo farei subito per chiedergli quanto gli piacciono quei circoli esclusivi, dal sapore “belle epoque” con rette stratosferiche, dove si discute sì di firme prestigiose ma non quelle di poeti e saggisti….
La penna graffiante di Giancristiano Desiderio nell’accusare la sinistra sannita di aver smarrito concretezza e lucidità, semmai l’abbia avuta, conclude dicendo che Renzi manco per sogno nel Sannio, al massimo Nichi Vendola.
Nè Renzi, nè Vendola, a Benevento si troverebbe a suo agio, forse “quell’elegantone” di Bertinotti, con la sua passione per il cachemire e per la più raffinata vita mondana. Se la sinistra a Benevento fosse l’afflato ideale, appassionato un po’ utopico e persino poetico di un Nicola Sguera o di un Amerigo Ciervo, forse dalla loro fonte ( o dal loro insegnamento) potrebbe davvero nascere il Vendola longobardo, il Nichi rivoluzionario nella città papalina nei secoli dei secoli.
Ma la sinistra, quella che governa e si presenta alle elezioni, a Benevento da molti anni non è roba da intellettuali. E’ un club esclusivo, un circolo con pochi soci che si tramandano il rosso amuleto, che si abbeverano alla fonte eterna del socialismo (senza mai chiarire se quello di Filippo Turati o quello di Bettino Craxi) e, mentre citano un po’ stancamente qualche pagina “rivoluzionaria”, preparano la prossima cena nel club esclusivo dal nome soavemente ornitologico, non senza essere passati nel negozio più esclusivo ad acquistare il maglione “dellavalliano” che fa tanto sinistra sannita.
Vendola legge Verlaine, rende omaggio a Zanzotto, conosce a memoria le poesie di Leopardi e discute di Heidegger e Sartre con Remo Bodei. La sinistra che governa e lotta (poco), qui immagina la cultura, tutta la cultura, come un biglietto-omaggio per una “seratina” a teatro alla fine dell’estate. L’ansia di rinnovamento di cui Renzi si fa giustamente portavoce poi è un’utopia ipso facto, in un Sannio che di giovani si svuota, visto che ne ha persi ottomila nella fascia dai quindici ai trentacinque anni senza che nulla, assolutamente nulla, lasci presagire la benchè minima inversione di tendenza.
La sinistra qui non ha mai sfondato in provincia dove ha sempre raccolto risultati miserevoli: vedi, ad esempio, le campagne del Fortore e del Medio Calore. Del resto, lì qualcuno potrebbe sporcarsi le Hogan….