(Sanniopress) – Ed ecco che “l’intelligenza” invocata sulla Scuola di Magistratura arriva attraverso l’intervento di Giancristiano Desiderio che, con superficialità ed approssimazione, oltre ad offendere, sentenzia su fatti che palesemente non si è nemmeno degnato di approfondire e conoscere. Evidentemente, affaccendato unicamente nell’affibbiarci una politica di campanile (… se si parla da Benevento, non si sa perché, qualunque cosa diciamo siamo campanilisti e di parte; vuoi vedere che siamo gli unici ad avere un campanile…), quanto al merito delle cose è “morto e sotterrato”. Allora gli spieghiamo che:
1) all’origine le sedi della Scuola non erano Bergamo, Firenze e Catanzaro (come lui afferma per evidente “sentito dire”), bensì Bergamo, LATINA e Catanzaro;
2) che in seguito agli accertamenti fatti dal Ministero, le ultime due sedi furono valutate non in condizioni di supportare l’insediamento e, con un unico atto amministrativo, oltre alla individuazione della sede di Benevento, ci fu l’individuazione della sede di Firenze (…non sono affari miei, ma a sostegno della sua tesi ora Desiderio dovrebbe trovare ascendenti mastelliani in quel di Firenze, anzi di Scandicci dove sarà allocata effettivamente una delle sedi della Scuola di Magistratura);
3) mi si affibbia il ruolo di sostenitore della tesi “Catanzaro delenda est”: è evidente che trattasi di una pietosa menzogna come chiunque può notare leggendo l’articolo che lui cita, dove sostengo esattamente il contrario dicendo che non abbiamo niente contro Catanzaro ed abbiamo subito aderito ad una proposta del Ministro Alfano che prevedeva l’insediamento anche a Catanzaro di attività della Scuola;
4) quanto al “paradosso dell’ingiustizia della cancellazione dell’insediamento a Benevento” provi ad investire 5 Milioni di euro sulla base di accordi istituzionali pluriconfermati per anni e fino al Maggio scorso, per poi sentirsi dire, dopo che li abbiamo spesi, che è tutto uno scherzo; non so in quale acque naviga, ma deve vivere fra vacche grasse se non la sente come ingiustizia; noi a Benevento siamo nelle terre dell’osso ed in tempi di vacche magre;
5) è evidente che Desiderio non conosce la sentenza del TAR che non restituisce la sede a Catanzaro, perché quand’anche fosse cancellata la sede Beneventana, si tornerebbe allo stato in cui l’istruttoria ministeriale aveva già verificato e sancito l’inadeguatezza delle proposte di Catanzaro e Latina; il ritorno sarebbe quindi alla bocciatura di Catanzaro e non ad altro.
Mi fermo qui, anche se potrei continuare a lungo, soprattutto perché basta ed avanza per dimostrare che la foga del pregiudizio e della tesi preconfezionata ha totalmente travolto il nostro Desiderio, una foga resa evidente da quel dover riconoscere a denti stretti e con enorme fatica che “tuttavia, è pur vero che dopo Mastella venne Alfano” che ha sempre confermato la sede di Benevento e tuttavia, chi sa perché, non è etichettato come “più mastelliano di Mastella”. In ogni caso, invito Desiderio alla Rocca dei Rettori (… stia tranquillo, non è un campanile …) per approfondire le cose e per ragionarne in modo vero, se è interessato non ad un po’ di “coriandoli mediatici” ma ad un confronto serio,
* presidente della Provincia di Benevento