di Roberto Costanzo
(Sanniopress) – Illustre presidente Cimitile, illustre sindaco Pepe, non si potrà dire che siano mancate impeto e tempestività nel modo in cui avete reagito alla proposta governativa di sopprimere l’Ente Provincia.
Abbiamo letto pure di eclatanti prese di posizioni e minacciose invettive, anche da parte di autorevoli politici sanniti, che sovrappongono aspirazioni verso una nuova collocazione regionale alla necessità di salvare l’autonomia e l’autogoverno di questa provincia. Qualcuno che oggi è diventato un vessillifero del Molisannio, un mese fa si dichiarava favorevole alla tesi Caldoro di accorpamento delle due provincie di Benevento ed Avellino a patto però che si costituisse la Regione della Campania interna (SA-AV-BN).
E’ il caso di chiederci se con un’altra Regione aumenterebbero le certezze per la sopravvivenza della nostra Provincia o forse con un’altra Regione si potrebbe fare a meno dell’Ente Provincia per rappresentare e tutelare gli interessi della nostra popolazione. Non si capisce bene se a qualcuno interessi più salvare l’autonomia della Provincia e con essa il ruolo primario della Città Capoluogo o creare comunque ed innanzitutto un’altra Regione.
Dobbiamo evitare la soppressione della nostra Provincia, per ragioni storico-colturali o per interesse economico-amministrativo? L’interesse economico-amministrativo è imperniato nella Città di Benevento che, qualora non fosse più un capoluogo di Provincia ci rimetterebbe non solo in prestigio ma soprattutto in quanto a sede di Uffici e Organismi sovracomunali. E’ appunto questo il problema, secondo me: salvare il ruolo della Città capoluogo, perché i comuni, sebbene con qualche riluttanza, potrebbero trovare facile collocazioni in altre Provincie, senza tanti rimpianti …….
Forse a qualcuno sfugge che la nostra non è una generica Provincia sannitica, ma la “Provincia di Benevento”, creata intorno a questa storica Città. Di fatti se 150 anni fa non vi fosse stata l’ex città pontificia con tutto il suo prestigio storico, ne Garibaldi ne i patrioti sanniti sarebbero riusciti a ritagliare una nuova Provincia nell’ex Regno Borbonico.
Chi tifa oggi per la Regione dei Due Principati e coloro che invocano quella del Molisannio certamente non si richiamano ad un progetto impossibile; ma ci dicano quali garanzie si possono oggi ricavare da tale progetto ai fini della sopravvivenza dell’autonomia provinciale intorno alla Città di Benevento.
Al momento, se il governo non cambia idea, l’autonomia provinciale se ne salta, in attesa di essere riesumata quando, in un futuro non prossimo, si riesca a costituire un’altra Regione. E nel frattempo, con il metodo referendario, i Comuni periferici si andrebbero ad allocare chi nella Provincia di Caserta, chi in quelle di Campobasso e Foggia ed i restanti sarebbero costretti ad aggregarsi ad Avellino. E con tanti saluti per la millenaria storia della Città di Benevento!
A voi due, cui non manca il senso della cosa pubblica, sta il compito di condurre una battaglia intelligente e realistica. Dove, come e quando si salva l’autonomia della nostra Provincia? In questa Campania che quasi sempre non si lascia amare? Basti leggere quanto scrive Gennaro Salvatore sul Corriere del Mezzogiorno del 21 Agosto u.s. (“i napoletani campani meglio del Molisannio”) per rilevare ancora una volta che certi napoletani continuano a considerare le zone interne come territori di risulta, alla maniera borbonica: la nobile Napoli da una parte … ed il rozzo contado dall’altra.
Indubbiamente i Sanniti non si trovano a loro agio in questa Campania, tuttavia, in attesa di un altro e più confacente riassetto regionale o di una diversa nostra collocazione, fuori o dentro il territorio campano, cerchiamo di individuare il luogo politico, il momento più idoneo, per condurre la nostra battaglia: per salvare la Provincia di Benevento, in Campania o altrove. – Ma oggi e non domani!
Quindi meno lamenti e più proponimenti, meno provocazioni e più negoziato. Non saranno certamente i sentimenti dei Sanniti nel mondo ma gli intendimenti dei parlamentari a Roma che potranno farci raggiungere lo scopo.
Il problema si risolve nei Palazzi politici di Roma e non nei quartieri italo-americani di New York. Ed è necessario vigilare anche nei Palazzi della Regione perché, a prescindere dalla improvvida dichiarazione del Presidente Caldoro, tocca eventualmente agli organi della Regione ridefinire i confini provinciali; ed in tal caso occorre essere pronti a trattare, e non a litigare con Avellino, perché, in caso di accorpamento delle due Provincie, la Città di Avellino verrebbe comunque a cedere qualcosa a Benevento. Quindi, mantenere distinte le due provincie interessa ad Avellino e non solo a Benevento.
A Voi dunque il compito non facile di convincere i Poteri romani e napoletani, ma a Voi anche la capacità di capire e far capire che questa emergenza può far nascere o rinascere in tutti noi una coscienza provinciale (ma non provincialistica …) ed un comune senso di appartenenza a questo territorio.
La città deve finalmente aprirsi al resto della comunità provinciale e la provincia deve riconoscersi nella sua Città capoluogo. Quello che forse dopo 150 anni non è stato ancora realizzato!
Ciò che serve, a mio parere, non è solo la Provincia-istituzione ma ancor più la Provincia-comunità.