di Antonio Tretola
(Sanniopress) – Se fosse ancora vivo, il mai abbastanza compianto Mino De Blasio, lui sì, che saprebbe con la sua raffinata sensibilità culturale, come risolvere la grana della Provincia di Benevento. Conoscerebbe il metodo, proprio lui, che adorava il Fortore e le sue montagne, la cui qualità dell’aria è inversamente proporzionale al “Numero”, il tiranno travestito da politico che vuole sottrarci la Provincia.
La sua immaginifica vena, che lo ha reso probabilmente uno dei più grandi scrittori sanniti di sempre, gli consentì di concepire un raccontino lieve e gradevole, intitolato “La formica” e contenuto nella raccolta il “Decafavole”, una riedizione per l’infanzia del capolavoro di Boccaccio.
Racconta il nostro conterraneo, forse preconizzando che la signoria del “grande e grosso”, della quantità avrebbe gradualmente ed in maniera sempre maggiore allungato i suoi tentacoli sul “piccolo”, che un giorno una formichina, si rivolse direttamente a Dio, per ottenere un “piccolo, grande miracolo”: era stanca dei soprusi di un ragazzetto che, senza ragione e per noia, si divertiva a schiacciare il maggior numero possibile di quegli operosi animaletti. Sentirsi forti con i deboli, severi ed inflessibili con coloro i cui lamenti sono meno rumorosi, meno squassanti: proprio come, recentemente, certi signori a Roma.
Il buon Dio assecondò la formica che gli aveva chiesto, solo per un giorno, di ingrandirsi a dismisura: “Non gli farò del male – implorava la piccola formichina – voglio solo spaventarlo e insegnargli il rispetto; anche i piccoli hanno i loro diritti (si, proprio così, i diritti non si misurano a metro quadrato).”
Ingigantitasi, la formica atterrì il discolo, che fino a pochi attimi prima si sentiva migliore, solo perchè più grosso: “Sarò il tuo custode – rinsavì il ragazzetto- , tu così piccola oggi mi hai dato una grande lezione”.
Chissà se anche gli abitanti di Sant’Arcangelo, avranno, non esauditi, imitato, qualche volta la formichina del De Blasio!
Certo può imitarla Benevento, trovando il modo, chè la realtà non è una favola, di ingigantirsi, di espandersi.
La prima invocazione è già stata accolta: a Parigi, hanno affermato che Benevento non è piccola, ma bella, un colosso di bellezza e cultura.
Se il Dio della formichina è impegnato (sarebbe ragionevole) in altre più urgenti questioni (magari tra i mari del Mediterraneo), forse sarebbe sufficiente il piano superiore della Regione: piccoli aggiustamenti topografici ( è inspiegabile che alcuni paesi caudini appartengano ad Avellino), sarebbero sufficienti per sottrarre la provincia sannita ad un destino ingiustificato.
Ma è probabile che alla fine la panacea possa essere il censimento: che solerti burocrati comunali divengano strumenti divini?
Le vie del Signore sono infinite e di solito prediligono le “formiche”…