(Sanniopress) – Mentre a Palazzo Chigi la folla di giornalisti, fotografi e cameraman serviva in diretta TV e web la cronaca dell’ultimo decreto finanziario del governo, c’era un paesino lontano dove il silenzio dominava su ogni cosa. Era il rumore del dolce venticello delle sere estive, la sera del 12 agosto 2011, e tra i campi e le colline sventolavano pannelli isolanti e sporchi lenzuoli, dietro cancelli verdi e muri di cemento. Tutt’intorno un odore non certo piacevole, perchè su quella terra non c’erano solo campi e coltivazioni. Mentre a Palazzo Chigi andava in onda la cronaca di un decreto legge pronto a sconquassare l’Italia su più fronti, a Sant’Arcangelo Trimonte, provincia di Benevento, andava in onda la protagonista della storia: la soppressione.
Questa è la storia di una cancellazione, di una rimozione forzata che non ha ad oggetto autovetture ma case, colline, piazze, chiese, ricordi e persino rifiuti. E’ la storia di come un comune di meno di mille abitanti, timidamente nascosto a dieci minuti da Benevento, viene a sapere che presto non sarà più. Si sentono già lontani gli echi degli articoli di giornale, dei comunicati ufficiali, dei testi di decreti e leggi dove veniva indicato un sito, una località, un luogo destinato a diventare un non-luogo: contrada Nocecchie.
In quel posto, dove per secoli generazioni di contadini avevano provato a spremere la terra finchè non avesse offerto tutta la ricchezza che poteva, loro che erano da sempre “cafoni” meridionali e povera gente del Sud, lo Stato italiano c’ha infatti allestito una discarica. Era il 2008 quando l’ormai celebre discarica regionale di Sant’Arcangelo Trimonte, sita in contrada Nocecchie, vedeva la luce. Terza discarica in pochi anni per un paese che oggi vive succube del suo territorio. E’ più importante il terreno che la popolazione, più i chilometri quadrati che le porte delle case, più la discarica che la vita contadina. Un paese diventato importante per quello che può riuscire a contenere, non per quello che è o per quello che sono i suoi abitanti.
643, questo il numero della condanna. 643 abitanti censiti il primo gennaio 2011 non sono abbastanza per evitare che la scure del decreto anti-crisi varato il 12 agosto si abbatta sul comune di Sant’Arcangelo Trimonte constringendolo alla soppressione. Tutti i comuni con popolazione inferiore a 1000 abitanti, recita infatti il decreto del governo, devono accorparsi con comuni limitrofi costituendo nuovi enti locali governati da una sorta di “podestà”, un sindaco senza assessori nè consiglio comunale che rappresenti unitariamente la comunità. E’ la fine di un’epoca.
Non subito, però: occorre aspettare la fine dell’attuale consiliatura, che per Sant’Arcangelo Trimonte scadrà, salvo sorprese, a giugno del 2014. C’è ancora tempo, quindi, magari per la quarta discarica. Non c’è tempo invece per provare a far crescere la popolazione: un declino inarrestabile dal 1951 ad oggi, con calo impressionante dei residenti negli ultimi due decenni. Se questo decreto fosse stato emanato nel 1971, il comune di Sant’Arcangelo Trimonte si sarebbe salvato. Da allora in avanti, sempre sotto la soglia dei mille.
C’è forse spazio per sperare che il parlamento modifichi quella parte del decreto, ma forse ai santarcangiolesi non importa più sperare. Hanno già visto in faccia lo Stato che si rivolta contro di loro, come se loro non facessero parte dello Stato. Lo hanno visto durante le numerose proteste davanti ai cancelli della discarica di contrada Nocecchie, quando le forze dell’ordine di scagliavano contro sindaci in fascia tricolore. Lo Stato contro lo Stato, e non si sa come riconoscere quale dei due sia autentico.
Ora è tempo di guardare al futuro. Di un paesino di poco più di 600 anime che cosa volete che gliene importi al governo italiano, allo Stato, alla gente, persino ai sanniti stessi. Rimboccarsi le maniche, ancora una volta. E cominciare a discutere su dove andare a finire, se a Paduli, ad Apice, a Buonalbergo. In ballo ci sono poche anime e tre discariche, il biglietto da visita del paese che non c’è più. Paese di cui restano solo non-luoghi e l’inversione di tutti i punti di riferimento: contrada Nocecchie a Sant’Arcangelo Trimonte diventerà località Nocecchie all’interno della contrada Sant’Arcangelo, comune di Papuli, forse. In provincia di Benevento. Anzi no, magari di Avellino. Anche la provincia di Benevento non ci sarà più.