di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Se il decreto da 45 miliardi per salvare l’Italia non sarà modificato, la Provincia di Benevento sarà soppressa e la sua amministrazione assorbita dalla vicina Avellino. Tutto si può dire tranne che sia un fulmine a ciel sereno. Sia l’idea della soppressione delle province, sia la proposta di accorpare le province più piccole erano non solo nell’aria da tempo, ma erano ormai parte del dibattito politico e istituzionale e, di più, argomenti con cui provare a non far affondare la barca italiana che incamera acqua – debiti – da tutte le parti. Si dirà che l’impresa non vale la spesa, ma recriminare serve a ben poco. Mettiamola così: la Provincia di Benevento nacque 150 anni fa, prim’ancora dell’Italia, proprio per fare l’Italia, e ora muore per rifare l’Italia una seconda volta. In gioco, però, ci può essere anche altro.
Quando, il 20 luglio scorso, il governatore Caldoro avanzò la proposta di accorpare le province di Benevento e Avellino, scrissi un articolo sul Corriere del Mezzogiorno dicendo di non rispondere subito no e discutere l’idea del presidente della Campania su base nazionale e non provinciale. Aniello Cimitile, presidente della Rocca dei Rettori, risentito, mi rispose sciorinando tutta una serie di dati e numeri. Se vuole, ora lo potrà rifare ma, a meno di grandi novità, non sarà la ragioneria beneventana a far vivere la Provincia. La mia risposta a Caldoro era diversa: accettava l’idea dell’accorpamento tra Irpinia e terra sannita per far nascere qualcosa di più grande: il Sannio. Oggi, se guardiamo bene le cose e abbiamo un minimo di creatività, abbiamo davanti a noi una grande occasione: la Regione Sannio. Ci vari motivi che ne giustificano la battaglia civile e politica. Vediamo.
Prima di tutto il motivo storico e geografico. Il territorio sannita è omogeneo e molto vasto, ma mettendo insieme Irpinia, Sannio, Molise possiamo dire che la regione sannita, almeno dal punto di vista geografico, è fatta. Del resto, al momento della discussione nel Parlamento subalpino della Provincia di Benevento fu avanzata anche l’idea della Regione Sannio. L’idea, dunque, ha già una sua storia. Il palazzo della prefettura se lo guardate bene è grande e grosso proprio perché pensato e costruito per ospitare la sede della regione sannita.
Il secondo motivo, validissimo, è che la regione non nascerebbe per aggiunta ma solo per ampliamento. In altre parole non vi sarebbe un ente locale in più, ma si ingrandirebbe una regione già esistente: il Molise (con l’unica eccezione del cambio del nome perché Molisannio – converrete – è proprio orribile.
Il terzo motivo è economico: con la creazione di una regione sannita potrebbe finalmente nascere quell’oggetto misterioso sempre citato ma mai afferrato: il sistema sannita.
Quarto motivo: anche la politica, se è in grado di fare battaglie civili e non guardare solo alle poltrone, può fare la sua parte. L’idea della Regione Sannio conviene a tutti: non solo a Benevento orfana di provincia, ma anche ad Avellino e a Campobasso. Del resto, sia Isernia che Campobasso saranno soppresse come province e anche se ne formeranno insieme una nuova, non alla lunga si porrà il problema dell’assorbimento del Molise da parte dell’Abruzzo.
Ci sono validissimi motivi, qui sommariamente esposti, per incamminarsi su questa strada. Mi viene da dire: il Sannio siamo noi. Per la nascita del Sannio sono disposto a combattere, ma per la difesa a oltranza della Provincia di Benevento no. Abbiamo bisogno tutti di una politica in cui non si viva di politica ma per la politica e di una società civile che non sia assiepata intorno alle istituzioni per raccogliere finanziamenti, prebende e anche briciole.
Il presidente Cimitile – mi dispiace dirlo – ancora una volta ha sbagliato risposta. Ha detto: torniamo con lo Stato pontificio. Mi viene da dire: ci torni lei. Benevento ha combattuto per uscire da quella enclave ma non lo fatto di certo per entrare in un’altra enclave. Lo ha fatto per la patria italiana. Occorre pensare e agire in quest’ottica. Il Sannio ci offre questa possibilità. Possiamo anche dire che è la naturale e storica evoluzione della nostra provincia quella di diventare il cuore del Sannio regionale. Incominciamo subito con Sanniopress e fondiamo un comitato civile per crescere e unirci ancor più all’Italia. Facciamo con slancio e consapevolezza, altrimenti la soppressione della Provincia sarà il più triste dei contrappassi dantesci: i sanniti sotto il giogo delle Forche Caudine.