di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – Forse, è meglio che Nunzia De Girolamo vada in America. Le sue dichiarazioni sono stupefacenti. Dice: “Abbiamo aspettato fino all’ultimo per prenotare, fino alla conferenza stampa di Berlusconi. Ci sembrava tutto calmo, nonostante i mercati ci dessero preoccupazioni. Dopo aver parlato con il partito, ci siamo detti: okay, si può andare. Poi è arrivata, come un fulmine, la convocazione dell’11 agosto. Altro che casta, sono arrivata alle ferie distrutta, quei 15 giorni mi sarebbero stati utili. Diciamola tutta: una fregatura”. Sì, è vero, una fregatura, ma per chi?
Siamo dentro una crisi economico-finanziaria da oltre due anni. Siamo nel mezzo di una bufera da tre mesi. A fine giugno c’è stata una discussione più che agitata – dati i risultati elettorali – sulla manovra economica. Il governo ha cercato di mettere sotto pressione e sotto scopa il suo più importante ministro: Tremonti. Hanno invocato la collegialità e alla fine, pur non capendo un cavolo di economia e di bilanci, sono riusciti a snaturare la manovra di bilancio e Giulietto nonostante tutto ha portato a casa un buon risultato. Vista la malaparata internazionale, però, è toccato al presidente della Repubblica intervenire e chiedere esplicitamente alle opposizioni di non mettersi di traverso per approvare e portare a casa nel più breve tempo possibile i conti di Giulio che prevedono il pareggio di bilancio entro il 2014. Ciononostante, le cose sono andate come sapete. Dopo la Grecia, ci siamo noi. Il presidente del Consiglio l’altro giorno ha fatto il suo peggior discorso al Parlamento. Un’autentica pena per dire agli italiani di stare tranquilli che va tutto bene. Possiamo fare tutti i conti e conteggi che volete, ma se i titoli industriali e bancari in Borsa vengono giù e se gli interessi sulle obbligazioni di Stato continuano ad andare su, niente serve a niente: tutto ciò che proviamo a risparmiare è bruciato. Serve essere credibili e per essere credibili bisogna anticipare il pareggio.
Tutta questa faccenda somiglia a una guerra. Tutta questa faccenda è una guerra (perché i conflitti oggi – eccezion fatta per il mondo mediorientale – si svolgono in questo modo). Ma per Nunzia De Girolamo la convocazione della commissione parlamentare di cui fa parte “è arrivata come un fulmine a ciel sereno”. Capite? Una cosa inaspettata. Tremonti ha fatto sapere che non si muoverà da Roma – speriamo che vada a dormire in albergo – perché il mese d’agosto è il più pericoloso, ma secondo la deputata beneventana tutto era calmo e silenzioso che si poteva andare anche negli Stati Uniti (che se la vedono quasi peggio di noi).
Sapete qual è la cosa peggiore in questa storia? Che ho torto. Nunzia De Girolamo ha perfettamente ragione: forse, siamo più sicuri al pensiero che i nostri deputati sono in America, in Corea o a vattelappesca. Perché il dramma che stiamo vivendo è frutto del dramma della composizione di un Parlamento in cui i deputati nominati non sono in grado di esercitare quella libertà di critica che non è solo il segno della loro libertà, ma, se ci fosse, sarebbe anche il frutto dell’intelligenza dei loro partiti e dei loro capi. Purtroppo, in Italia la crisi finanziaria ed economica ha il suo centro nella politica e in un governo che gode di una maggioranza parlamentare acritica la cui esistenza è garantita dal governo e non il contrario come è giusto che sia in ogni decente democrazia. Ecco perché, che il Parlamento sia chiuso o sia aperto, è quasi irrilevante se continua a non pensare.