(Sanniopress) – Se dovessi dire qual è la caratteristica comune un po’ a tutti i politici del loco indicherei la trombonaggine. Chi più chi meno sono tutti dei tromboni. Per capirci, viene in mente quella scena in cui quel Tale che passa dinanzi a un polpettone elettorale che volge al termine chiede ragguagli a un Tizio: “Scusi, che cosa ha detto l’onorevole Tal dei Tali?”. E Tizio: “No, niente, però ha parlato bene”. Prendete la notizia di oggi: il Cipe sblocca 9 miliardi per il Sud. I soldi in gran parte serviranno a proseguire ma non ultimare gli eterni lavori sulla Salerno-Reggio Calabria e, per quanto riguarda Benevento più da presso, l’Alta Velocità su rotaia per la Napoli-Bari. Una buona notizia che, però, è solo questo: una notizia, che, peraltro, è il tentativo di dare una sorta di risposta alla crisi economica utilizzando la spesa.
Anzi, se la si legge per intero la notizia riguarda solo il primo lotto, che attraversa l’area Telesina. Praticamente, anche se significativa, una piccola e normale opera ferroviaria. Tuttavia, la notizia è così presentata da Aniello Cimitile che presiede la Rocca dei Rettori: “Per la nostra Provincia è un segnale positivo in quanto tale opera darà al nostro territorio la concreta possibilità di riagganciarsi alle grandi direttrici dello sviluppo nazionale dei traffici e dei commerci (com’è stato per i secoli passati, soprattutto in epoca romana e nel Medioevo) e di attrarre nuovi investimenti”. E qui mi fermo perché mi è venuta voglia di mollare il computer per incamminarmi su quella grande direttrice autostradale della Napoli-Bari ovvero l’autostrada meno trafficata d’Italia. Praticamente un deserto.
Prendete una non notizia: l’interrogazione parlamentare di Mario Pepe sullo stato di salute della Sanità in Campania. L’onorevole Pepe chiede di sapere dal ministro che cosa si vuole fare “per mantenere inalterati gli standard qualitativi delle strutture ospedaliere e per assicurare in tutta la regione Campania un’uguale assistenza sanitaria attraverso una rete di emergenza con personale e strutture adeguate, nella tutela e nel rispetto del diritto, costituzionalmente garantito, alla salute e quali siano ad oggi i risultati del piano di rientro in relazione al deficit consolidato”. Tralasciando il piccolissimo particolare che il buco finanziario della sanità campana – oltre 5 miliardi – è stato creato dal partito dell’onorevole Pepe, restiamo nell’ambito della provincia beneventana: quali sono le “strutture ospedaliere”? Oggi in Provincia funzionano effettivamente solo due ospedali, entrambi cittadini e non si augura a nessuno di fare una brutta esperienza al pronto soccorso del Rummo perché, senza santi in paradiso, vi si potrebbero passare anche alcuni giorni. Nella realtà dei fatti e senza interrogazioni inutili, l’intera provincia grava sul Rummo che, per i suoi servizi, è il solo ospedale a cui far riferimento. Altri ospedali non ce ne sono perché il Madonna delle Grazie di Cerreto è stato chiuso e il Sant’Alfonso di Sant’Agata dei Goti è un fantasma, mentre la storia di quella “passione inutile” che è l’ospedale di San Bartolomeo ha più o meno gli stessi anni della carriera politica dell’onorevole Pepe.
I tromboni sono pericolosi. Una volta, per giunta, i tromboni esercitavano la retorica con arte e gusto. Sempre retorica era, ma almeno non ne faceva le spese la lingua italiana. Oggi, invece, quando si ascolta un trombone non si sa bene in che lingua parli. La trombonaggine politica sconfina nelle pagine dei giornali e sul web che, purtroppo, copiano e non mediano. Ma questa è un’altra storia.