Le decisioni politiche assunte da Clemente Mastella dopo la tempesta giudiziaria che ha investito il suo partito hanno imposto scelte drastiche a chi crede che la politica debba occuparsi di bisogni, problemi e aspettative dei cittadini, delle comunità e del paese.
Rispetto alle imprecisate motivazioni per cui Mastella, una volta dimessosi, ha ritirato il suo appoggio al Governo, rispetto alle dichiarazioni di fuoco contro i magistrati inquirenti, rispetto al tentativo di spacciare il qualunquismo del “così fan tutti”, riferito alla vergognosa idea per cui tutte le aziende e gli enti pubblici debbano essere occupati da uomini di partito in virtù di un preteso diritto di lottizzazione assoluto ed inderogabile, rispetto ad un partito, l’Udeur, che a Roma rompe una coalizione di governo e contestualmente, o anche da prima, prepara il terreno per passare con il centro-destra (mentre in Campania si dichiara fedele al centro-sinistra, nel malcelato tentativo di continuare ad occupare poltrone), era necessario assumere un comportamento forte di dissociazione e di richiamo alla moralità ed eticità della politica.
La posizione del PRC di incompatibilità con l’UDEUR e le mie conseguenti dimissioni vanno esattamente in questa direzione ed hanno esattamente questo obiettivo: rappresentare la necessità che l’agire politico sia coerente, morale e trasparente. Solo così, del resto, può arginarsi e recuperarsi il rapporto spezzato tra classe politica e cittadini, ponendo al contempo un freno alle derive giustizialiste ed antipolitiche, che sono un pericolo incombente per la democrazia di questo paese.
Occorre un recupero di idealità. Nei commenti di queste ore taluni mi ascrivono il coraggio di aver lasciato proprio quando stavano per arrivare ingenti finanziamenti da gestire. Per il mio modo di vedere le cose non è stato questo l’atto di coraggio; la gestione del resto appartiene ai dirigenti, all’assessore compete l’indirizzo politico, definire obiettivi e metodi. Ecco, definire indirizzi, obiettivi e metodi di governo che rendano concreto un ideale: questo è ciò che è veramente difficile in quest’epoca. Partecipazione e democrazia contro oligarchie di potere economico, interesse diffuso contro interessi privati, obiettivi di partito contro egoismi personali, libero accesso al lavoro contro mediazione politica, legalità contro malaffare, moralità contro affarismo, laicità contro clericalismo bigotto, trasformazione sociale contro conservazione: queste sono le sfide che chiedono coraggio e che ho umilmente tentato di affrontare in questi 18 mesi di governo. Queste sfide costituiscono anche il terreno su cui poter costruire e consolidare un’area di sinistra a Benevento, aggregando cittadini e forze sociali che conservano impeto civile e morale e che non si abbandonano all’idea della politica quale luogo di mediazione di interessi privati.
Mi rendo conto che ricomporre frammentazioni e coagulare nuove energie non è facile. Ci sono ora, però, delle condizioni forse irripetibili che richiedono uno sforzo a chi ritiene necessaria la presenza in questa città di una forza di sinistra capace di opporsi al potere trasversale del conservatorismo politico-affaristico e di promuovere un avanzamento sociale e civile della nostra comunità.
Antonio Medici
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