di Billy Nuzzolillo
(Sanniopress) – Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, non ha gradito un articolo di Roberto Ventre, cronista sportivo de “Il Mattino”, e lo ha punito revocandogli l’accredito per l’accesso al ritiro del Napoli in corso di svolgimento a Dimaro, in Trentino.
Un amico di fede juventina, Umberto Di Meola (con cui da tempo simpaticamente interloquisco a suon di sfottò), ha postato sulla mia bacheca Facebook (rigorosamente azzurra) il link di un articolo che illustrava il caso e ne è nata una discussione nella quale è intervenuto anche il collega Antonio Tretola (di incrollabile fede milanista), che ha scritto: “Ai potenti (utilizzando un lessico che non mi appartiene, diremmo ai capitalisti) la libertà di stampa provoca l’orticaria; da Aurelio a Silvio non cambia assolutamente nulla ed il gesto è di grande gravità”.
Da parte mia, superato l’iniziale approccio di contrapposizione calcistica, ho aggiunto il seguente post: “Sono perfettamente d’accordo: il gesto della società (alias De Laurentiis) è gravissimo perchè tende ad imporre l’allineamento dei media alla società. Allineamento a cui, mi spiace dirlo, contribuiscono anche tanti colleghi, timorosi di subire le rappresaglie della società, e anche il rimbrotto dell’editore di turno. Il mestiere di giornalista è diventato oggi oltremodo scomodo, soprattutto se lo si fa con rigore, perchè i potenti, abituati ad utilizzare taluni colleghi come bracci armati nelle loro dispute lobbistiche, ritengono che dietro al giornalista libero ci sia per forza qualcuno che trama contro di loro. E’ la conseguenza del degrado che ha investito il nostro paese nell’ultimo ventennio”.
Sarebbe interessante, a mio avviso, aprire un dibattito su questo tema perché quanto accade a Napoli non è molto dissimile da ciò che succede a Benevento. Aspetto, a tal proposito, una vostra opinione sulla mia bacheca Facebook.