di Giancristiano Desiderio
(Sanniopress) – L’ultima “pepata” merita l’indignazione di tutta Benevento. Gabriele Corona ha spiegato tutto per filo e per segno nel suo circostanziato articolo. Con una modifica del Puc si potrà edificare nelle aree archeologiche. La proposta già esisteva ma era stata respinta e sia il progettista del Piano urbanistico, Pasquale Palmieri, sia il consulente, Vincenzo Carbone, avevano espresso parere negativo e redatto anche una relazione in cui ripetevano una cosa scontata: nel Parco Archeologico non è possibile costruire. Ma ciò che non consente il Puc lo consente l’amministrazione Pepe che ha fatto, appunto, l’ultima “pepata”: sì al cemento e alle palazzine nell’area archeologica. La sorte, che è sempre ironica, vuole che ad approvare la modifica urbanistica siano due gruppi consiliari che hanno questi nomi: Lealtà per Benevento e Italia dei valori. Benevento ha bisogno di altra lealtà e l’Italia di altri valori.
Ho contato le volte che il sindaco e il vicesindaco hanno citato la decisione dell’Unesco di riconoscere il sito longobardo di Santa Sofia patrimonio dell’umanità: diecimilacinquecento. Ho contato le volte che il sindaco e il vicensidaco hanno adeguato le loro scelte amministrative alla decisione dell’Unesco: zero. Dell’Unesco ci si riempie la bocca e con l’Unesco si smuove l’aria. Sentite come fa fino dirlo: Unesco di qua, Unesco di là, Unesco su, Unesco giù. Però, all’atto pratico l’Unesco svanisce e si sceglie di costruire nel Parco Archeologico. Delle due l’una: o l’amministrazione comunale crede nella scelta dell’Unesco e allora non si può costruire nel Parco Archeologico oppure il sindaco e il vicesindaco non credono nella scelta dell’Unesco e allora spazio al cemento nel Parco Archeologico. Al momento, se non faranno marcia indietro, sindaco e vice sono dalla parte del cemento contro l’Unesco.
La vita delle città è determinata da scelte politiche, amministrative, culturali. Quando si afferma una decisione importante si aprono nuove opportunità e si chiudono vecchie abitudini. Il riconoscimento dell’Unesco – riconoscimento di carattere internazionale – fa sì che si possano fare delle cose e non tollera che se ne facciano delle altre. Tra le cose che non si possono più fare c’è quella di perseguire lo sviluppo economico attraverso l’aumento e l’estensione delle volumetrie e del cemento. Il simbolo Unesco esige azioni, decisioni, regolamenti, pratiche adeguate. L’amministrazione Pepe afferma l’Unesco con le parole e nega l’Unesco con i fatti. L’amministrazione Pepe alla sua prima scelta si è rivelata inadeguata.
Che fare? Mobilitiamoci. E siccome oggi ci si indigna per tutto, indigniamoci per ciò che vale. Indignatevi. Discutete. Dibattete. Inviate mail, sms, video e altre diavolerie del genere per dire che questa “pepata” non s’ha da fare perché è contraria a tutte le cose che ci siamo detti su Benevento a Benevento e al di là delle “mura longobarde” e a Parigi. Mobilitiamoci. Se non ora, quando?
L’Unesco è una grande occasione, con le “pepate” andrà sprecata.