(Sanniopress) – “Ho chiesto a Toni Servillo – racconta Giulio Baffi – di venire al Teatro Romano per una serata straordinaria, vedrete che cosa sarà quel luogo. Servillo non sarà in palcoscenico, ma in un’altra situazione. Farà per Benevento delle letture da Kafka. Mi ha chiesto se avessi preferito una cosa più ‘semplice’. Gli ho detto di no: Benevento è città colta che riceve la tua idea costruita su Benevento. È Benevento il motore, è Benevento il tema: città che diventa spettacolo. Altrimenti potrei chiamarlo in qualsiasi modo, un nome lo troverei, di fantasia o reale, ma non ce n’è bisogno”.
È quanto ha dichiarato il direttore artistico del festival settembrino nel corso di un’intervista che sarà pubblicata sul prossimo numero di Messaggio d’oggi, in uscita stamni. Insieme a lui ha parlato della storica kermesse anche il sindaco che tenne a battesimo la prima edizione, Antonio Pietrantonio.
“Quando Gregoretti fece il ‘Teatro delle lingue sconfitte’ – ha proseguito Baffi – poteva permett”ersi di inserire spettacoli attinenti che nascevano e morivano qui. Oggi non ce lo si può permettere. Nell’arco di 11 giorni saranno presentati moltissimi eventi, rafforzando il rapporto con le istituzioni beneventane, come con il Conservatorio, con il Liceo Artistico, con l’Università, con gli attori. La città esprime un sapere dal quale io non sento di separarmi. Per me è un imperativo valorizzarlo, mettendolo a confronto che sia positivo e creativo”. (l.d.f.)