(Sanniopress) – A Benevento, ogni mattina, un cittadino esce di casa e si reca alla più vicina edicola per acquistare un quotidiano o un periodico locale, spinto dal desiderio di conoscere i fatti accaduti in città e in provincia. A Benevento, ogni pomeriggio, un cittadino si ritaglia qualche decina di minuti per navigare tra i siti web dell’informazione sannita e curiosare tra i fatti del giorno. A Benevento, ogni sera, un cittadino si siede davanti alla TV ed ascolta attento il TG per sapere cosa è successo durante la giornata, mentre lui era al lavoro. Morale della favola: non è importante che tu, cittadino beneventano, preferisca informarti sui giornali cartacei, su Internet o attraverso la TV, l’importante è che sai riconoscere quello che leggi.
Lo ha scritto chiaramente, con una limpidezza da fare invidia ai più rinomati manuali, Giancristiano Desiderio qui su Sanniopress qualche settimana fa: per fare il giornalista “basta” capire che bisogna “trovare le notizie”. Non serve altro, anche se già solo questo compito è tra i più ardui. Perchè innanzitutto bisogna capire che cosa sia una “notizia”. Chi scrive non ha ricevuto alcuna istruzione giornalistica in senso tecnico, pertanto non mi rifarò a cosa sta scritto nei manuali e a cosa si impara nelle fantomatiche scuole di giornalismo.
Dunque, che cos’è una notizia? E’ un fatto di rilevanza e di interesse pubblico che contiene la descrizione o il racconto di un evento, di un fenomeno, di una situazione sociale, economica, politica e quant’altro. La notizia è un fatto, un fatto che possa suscitare interesse ed “istruire” i fruitori in qualche modo.
Se questo è chiaro, quello che non è chiaro al cittadino medio di Benevento e provincia è che la stragrande maggioranza (ma non assolutamente la totalità!) dell’informazione che legge e ascolta tra carta, web e TV è fatta di comunicati stampa. Addetti stampa sempre più giornalisti dei giornalisti “ufficiali” riempiono con le loro parole gli spazi di intere testate giornalistiche, in presunta concorrenza tra di loro salvo poi pubblicare testi identici, non differenziati a volte neppure da una virgola. Sono loro, gli addetti stampa di comuni, enti locali, aziende, politici e associazioni a fare la vera informazione giornalistica sannita. Il lavoro delle redazioni spessissimo si riduce ad un meccanismo semplicissimo: apertura dell’email, tasto sinistro del mouse per selezionare tutto il testo del comunicato, tasto CTRL + C, apertura del pannello di amministrazione del sito web (o della pagina di editing del giornale cartaceo), tasto CTRL + V, e il gioco è fatto. Rari sono i comunicati rivisitati e corretti, rarissimi quelli ampliati, arricchiti, approfonditi con il giusto lavoro di redazione.
Ma se anche il cittadino si trovasse di fronte un comunicato stampa arricchito da un redattore, quella non sarebbe comunque una “notizia”. E l’informazione sannita è puntellata ogni giorno di “non-notizie”, al punto che è giusto oggi domandarsi in che misura esista nel Sannio un’informazione giornalistica nel vero senso della parola. E il passaggio successivo è farlo capire alla gente, e quello dopo ancora farlo capire alle aziende che investono soldi per pubblicizzare propri prodotti o servizi sui giornali riempiti fino all’orlo di comunicati stampa.
Il paradosso è duplice: chi lavora (l’addetto stampa) spesso è sottopagato o svolge il suo lavoro a titolo gratuito; chi non lavora (certi redattori al soldo di certi sedicenti direttori di giornale) viene in alcuni casi ben retribuito all’interno di una società editrice che fattura soldi su soldi grazie alle pubblicità (e non solo). E siamo arrivati al punto che certi giornali, anche cartacei, distribuiti nel Sannio sarebbe in grado di realizzarli chiunque: basterebbe avere accesso alle mailing list degli uffici stampa più importanti (o in alternativa scopiazzare i comunicati pubblicati dagli altri giornali), procurarsi un grafico che impagini tutto ben bene, piazzare qua e là qualche banner pubblicitario e mandare tutto in stampa. A tal punto di bassezza siamo arrivati, in certi casi, nel giornalismo sannita.
Al cittadino vengono vendute e propinate notizie che tali non sono, e il cittadino stesso non ha gli strumenti per accorgersene perchè chi dovrebbe aprirgli gli occhi, chi dovrebbe “istruire” l’opinione pubblica, è quella stessa stampa che usa queste pratiche e infesta di disinformazione intere comunità. Il giudizio fin qui espresso è ben lontano dall’essere solo soggettivo, ma rispecchia una realtà dei fatti che sta tutta intorno a noi. Basta saperla e volerla vedere.
Frattanto che le cose cambiano (perchè senz’altro cambieranno), una proposta: apriamo le mailing list degli uffici stampa ai cittadini. Facciamo in modo che il cittadino possa ricevere direttamente nella propria casella di posta o sul proprio cellulare i comunicati stampa integrali nel momento stesso in cui vengono inviati. In questo modo si potrebbe fronteggiare il business del cattivo giornalismo, facendo perdere visite e lettori a chi, con lavoro minimo o nullo, si mette in tasca bei soldoni. Senza aver mai fatto informazione.