(Sanniopress) – Una Benevento inedita fa da sfondo all’opera prima di Rosario Del Vecchio, “Il sigillo di Cesare”, in libreria in questi giorni. Il racconto, infatti, narra del ritrovamento nel sottosuolo del Duomo di Benevento di una stele con un’iscrizione enigmatica. Il ritrovamento avviene casualmente, durante i lavori di restauro dell’edificio e porta alla luce una cripta seminascosta da un ordigno inesploso durante i bombardamenti sulla città del 1943.
A seguito di tale ritrovamento riemerge, dalle ombre del passato, la storia di un segreto misterioso che Himmler, capo supremo delle SS naziste, aveva cercato di portare alla luce durante una sua visita al Duomo di Benevento. Nel Maggio del ’45 Himmler, prima di suicidarsi, riceve la visita di un misterioso personaggio che gli chiede notizie su quanto aveva cercato e trovato anni prima a Benevento. Il mistero permane finché, durante recenti lavori di restauro, non viene scoperta la cripta dove si trova un sarcofago contenente i resti di un monaco; accanto al sarcofago viene ritrovato un uomo morto ed un coltello con sopra inciso il sinistro simbolo delle SS.
Per dirimere il mistero, viene incaricato Girolamo Santachiara, Dirigente presso la Direzione Generale dell’Agenzia Nazionale per i servizi Territoriali. Qui egli incontra il suo vecchi amico monsignor Giacomo Umili anch’egli interessato al segreto per conto della Santa Sede. Al Santachiara presto si accompagnano due amici metafisici, Giano e Alia e insieme cercano di dipanare un mistero che ben presto si rivela ben più complesso di quanto ci si aspettasse. Intorno ad esso infatti, ruotano gli interessi di un’antica confraternita, i Custodi dei sogni, che ha deciso di impossessarsi del segreto. Aiutato da altri due preziosi amici conosciuti in città, la giornalista e archeologa Bianca Cioffi e Marzio Ronzio, il Santachiara si ritroverà a fronteggiare più che il problema della scoperta del segreto, quello ancor più serio della sua difesa, in attesa di chi si dimostrasse veramente degno di esso.