di Giancristiano Desiderio
Sostiene Maria Teresa Meli, autorevole cronista parlamentare del Corriere della Sera, che Nunzia De Girolamo sarebbe “in rotta di avvicinamento al Pd” (dal settimanale Io Donna del quotidiano di via Solferino). Non è la prima volta che si parla di una deputata del Pdl pronta a lasciare la sua casa-partito: si ricorderà il caso della ministra Prestigiacomo pronta, si disse, a passare con Forza Sud e si rammenterà l’ancora più “drammatico” caso della ministra Carfagna che accusò il suo partito di essere contro di lei e dunque lei sarebbe andata via. Però, non se ne fece niente. Con la De Girolamo assisteremo a un film già visto? Può darsi. Ma siccome siamo sotto il cielo e, soprattutto, siccome a Benevento, in occasione del voto amministrativo, ci sono state polemiche interne ed esterne al Pdl proprio in merito alle “relazioni pericolose” con il Pd, è bene fare qualche aggiunta alla rubrica “Voci dal Palazzo” della Meli.
L’articolo della giornalista è intitolato così: “La parlamentare innamorata e il cambio di casacca”. Si parla della storia di Nunzia De Girolamo con Francesco Bocci del Pd e si riferiscono indiscrezioni su un possibile passaggio della deputata berlusconiana dal Pdl al Pd. La differenza, verrebbe da dire, è solo in una elle di troppo. L’articolo, infatti, è benevolo e fa una semplice considerazione il cui succo è questo: il “cambio di casacca” è legittimo, non è il caso di gridare allo scandalo e se c’è chi insinua che la deputata stia per cambiare partito per amore, allora, bisogna capovolgere i termini dell’amore e dire che se fosse un maschio e non una femmina a cambiare partito per amore nessuno insinuerebbe nulla perché nessuno è disposto a credere che un maschio (politico) si possa fare influenzare da una femmina (politica). Le considerazioni della Meli – che pur non condivido perché i maschi sono più influenzati dalle femmine, politicamente e no, di quanto non siano influenzate le femmine dai maschi – non mi interessano né per le premesse (la relazioni amorosa) né per le conclusioni (il condizionamento). Allora?
Allora, stiamo alla sostanza: Nunzia De Girolamo passa dal Pdl al Pd? Solo la deputata sannita può fare chiarezza. Come a loro tempo fecero più o meno chiarezza Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna. Da parte nostra, chiederle di chiarire non è un’intromissione nella sua vita privata. E’ solo una doverosa richiesta alla luce del voto amministrativo di Benevento. Era stata la stessa De Girolamo a dire di essere disposta a votare e far votare il candidato del Pd e da quella dichiarazione – si ricorderà – nacque una polemica con un’altra deputata del Pdl, Erminia Mazzoni, e con un senatore, Mino Izzo. Una polemica dura che, in verità, non è mai realmente rientrata. Inoltre, la stessa vittoria al primo turno di Fausto Pepe ha beneficiato probabilmente di un voto – diciamo così – trasversale. Per riprendere il titolo della rubrica della Meli si può dire che in quest’ultimo caso “voci dal palazzo” a Benevento raccontano – e lo raccontavano anche in campagna elettorale – di un travaso di voti da destra a sinistra per evitare il ballottaggio.
Non credo che Nunzia De Girolamo passerà al Pd. Cambiare idea si può, a volte si deve. La coerenza astratta non è un valore, è fanatismo. La coerenza concreta, invece, è il superamento degli ostacoli di cui è fatta la vita in generale e non solo la vita politica. Dunque, il cambiamento è legittimo. Tuttavia, il caso della De Girolamo è un po’ diverso. Il suo profilo politico è legato alla figura di Silvio Berlusconi in modo così netto che il suo “cambio di casacca” sarebbe qualcosa di simile più a una conversione religiosa che a un rimescolamento di idee politiche. E’ vero o no, solo per fare un esempio, che la rottura senza ritorno nel centrodestra beneventano avviene proprio quando a Pietrelcina arriva Berlusconi su invito entusiasta della De Girolamo?
La storia politica di Nunzia De Girolamo coincide con il destino di Berlusconi e del berlusconismo. Almeno fino a questo momento. Ecco perché è bene che sia proprio lei a chiarire, se è il caso smentire, le “voci dal palazzo” rese a tutti note dalla autorevole fonte del Corriere della Sera.
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)