di Billy Nuzzolillo
(Sanniopress) – Domenica prossima si deciderà il futuro politico della città di Napoli. A contendersi la poltrona di sindaco saranno Luigi de Magistris per il centrosinistra e Gianni Lettieri per il centrodestra.
Il primo, dopo aver pagato per le sue coraggiose inchieste sull’inquietante intreccio tra politica, malaffare, criminalità e massoneria in Calabria e Basilicata, decise di dimettersi dalla magistratura e di candidarsi al parlamento europeo nelle liste dell’Italia dei Valori. Non sempre, in questi mesi, le sue scelte sono state comprensibili e all’insegna della coerenza (vedi, ad esempio, la decisione di utilizzare l’immunità parlamentare per evitare il processo per diffamazione intentatogli dal sempre più malinconico e declinante Clemente Mastella). Persino il tribuno dei nostri giorni, Beppe Grillo, l’ha clamorosamente scaricato, accusandolo di essersi venduto alla politica.
Ma lui ha tirato dritto e si è candidato sindaco, sfruttando il “tafazzismo” del degradato centrosinistra napoletano post-bassoliniano. Come un novello Masaniello, de Magistris (guai a scrivere il suo cognome con l’iniziale in maiuscolo….) ha poi “stracciato” il candidato ufficiale del Pd Morcone, arrivando clamorosamente a giocarsi la partita del ballottaggio finale.
Gianni Lettieri, dal canto suo, “vanta” un passato da presidente della Confidustria napoletana e da imprenditore “assistito”, impietosamente bocciato persino dall’ex presidente nazionale degli industriali Antonio d’Amato (“Per candidarsi occorre un curriculum di esperienza provate e di successi che non ci sono nella storia di Lettieri”). Schiacciato dall’ombra ingombrante del suo sponsor politico, Nicola Cosentino (su cui pende una richiesta di arresto per concorso esterno in associazione camorristica), il candidato del Pdl ha tentato di uscire dall’angolo con una mossa in perfetto stile “morattiano” a proposito della possibile squadra di governo dell’ex pm: “Realfonzo è quello che ha aumentato la Tarsu del 60% e il cui rendiconto è stato bocciato dalla Corte dei Conti, e Sodano è quello che fece il piano rifiuti insieme a Pecoraro Scanio”.
Peccato che, nella sua assoluta ignoranza istituzionale, abbia clamorosamente dimenticato che un presidente di Commissione parlamentare non predispone piani operativi e che il rendiconto viene approvato dal Consiglio comunale…
Sarebbe il caso, invece, di ricordare al candidato Lettieri che Tommaso Sodano nel 2003, pur essendo in maggioranza, presentò alla Procura di Napoli le denunce e i dossier sullo scandalo dei rifiuti (che diedero il via alle indagini su Bassolino) e che Riccardo Realfonzo, da assessore al Bilancio provò a fermare gli affaristi e a restituire servizi pubblici dignitosi ai cittadini, venendo bloccato però dalla Iervolino, che si giustificò dicendo: “Voleva fare il Robin Hood”.
Se vivessi a Napoli, dunque, non avrei il minimo dubbio: tra l’amico di “Nick o Mericano” e l’ex pm sceglierei decisamente quest’ultimo, soprattutto perchè nella sua squadra di governo ci saranno Sodano e Realfonzo.